Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

lunedì 31 agosto 2015

1100 - TERZO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL CARD. MARTINI

Lunedì 31 agosto alle 17.30 in Duomo, il cardinale Angelo Scola presiederà la celebrazione eucaristica di suffragio nel terzo anniversario della morte del cardinale Martini, con lui concelebreranno tra gli altri i cardinali Dionigi Tettamanzi e Francesco Coccopalmerio e i gesuiti padre Carlo Casalone e padre Giacomo Costa. Come già negli anni precedenti, al termine della Messa, una breve processione di fedeli si recherà sulla tomba del cardinale Martini (nella navata sinistra) per la preghiera che concluderà il momento liturgico di ricordo. La celebrazione sarà trasmessa in diretta da Telenova 2 (canale 664 del digitale terrestre), Radio Mater e on line sul portale della Diocesi www.chiesadimilano.it.

International Award
A un anno esatto dalla morte dell’Arcivescovo emerito (31 agosto 2012), nasceva la Fondazione Carlo Maria Martini per iniziativa della Compagnia di Gesù e con la partecipazione della Diocesi di Milano. Tra le iniziative promosse per tenere viva la memoria, le opere, l’insegnamento e la passione per la Parola, nasceva l’International Award. Per partecipare alla sua seconda edizione 2014-2015 c’è tempo fino al 30 settembre. Tra le novità di quest’anno l’ampliamento della dimensione internazionale del Premio con l’ammissione di quattro lingue: italiano, francese, inglese e spagnolo. Inoltre, alle due sezioni già presenti nella prima edizione - lo studio del pensiero e della figura di Carlo Maria Martini e l’approfondimento del rapporto tra Bibbia e cultura nel mondo di oggi (arte, letteratura, filosofia, scienza, economia, politica, religioni, spettacolo, ecc.) - se n’è aggiunta una terza, dedicata a esperienze e progetti pastorali che si ispirano allo stile del Cardinale. La Fondazione ha scelto di valorizzare i contributi originali, riservando quindi il premio (5 mila euro per ogni sezione) a opere inedite. I candidati che desiderano partecipare al Carlo Maria Martini International Award devono aver compiuto 18 anni alla data di pubblicazione del bando (8 giugno 2014); i lavori possono essere opere scritte o audiovisive che saranno valutate da una giuria nominata dalla Fondazione composta da Pierangelo Sequeri (presidente), Virginio Pontiggia (segretario), Gianantonio Borgonovo, Ferruccio de Bortoli, Pietro Bovati sj, Lucia Capuzzi, Jean-Paul Hernandez, Giuseppe Laras, Vittoria Prisciandaro, Roberto Vignolo. Il regolamento, la domanda di partecipazione, la locandina del Premio e altre informazioni sono disponibili sul sito www.martiniaward.it.

A ottobre il primo volume dell'Opera omnia
La Fondazione fa sapere che per metà ottobre è prevista l’uscita e la presentazione a Milano del primo volume dell’Opera omnia di Carlo Maria Martini che raccoglierà i testi completi delle dodici edizioni della Cattedra dei non credenti ideate e guidate personalmente dal Cardinale tra il 1987 e il 2002. Nelle numerose serate pubbliche che si svolgevano all’Università Statale, l’Arcivescovo di Milano è riuscito a coinvolgere circa una sessantina di personalità di spicco nell’ambito della filosofia e della scienza, della letteratura e della teologia. Il volume “Le Cattedre dei non credenti” (edito da Bompiani) sarà prenotabile anche on line. «Il progetto dell’Opera omnia - spiegano i promotori - nasce con l’intento di conservare e diffondere il patrimonio e l’eredità di uno dei più grandi protagonisti dell’ultimo secolo e si propone di offrire al pubblico una serie di volumi che raccontino la ricerca, le intuizioni e le scelte più importanti del biblista, del gesuita, dell’arcivescovo, dell’uomo del Vangelo, seguendo un criterio contemporaneamente cronologico e tematico». In una lunga intervista pubblicata sul mensile diocesano Il Segno nel 2002, al termine del suo mandato episcopale, il cardinale Martini ricordava la nascita Cattedra dei non credenti: «Mi è nata da un suggerimento del cappellano delle carceri, don Melesi. Ci pensai per un paio d’anni, poi mi venne in mente l’apologo raccontato da Ratzinger, nel suo libro sul Credo, di quel rabbino che dice: “Forse è vero, forse non è vero”, a dimostrare che c’è in noi il credente e il non credente. Fu allora che mi venne in mente di strutturare l’idea così, cioè di dar voce al non credente che è in noi, con l’aiuto di non credenti». Per ulteriori info contattare la Fondazione Carlo Maria Martini, piazza S. Fedele 4, Milano (tel. 02.863521;
info@fondazionecarlomariamartini.it).
tratto da
http://www.incrocinews.it/

1099 - APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - SETTEMBRE 2015

Intenzione generale - "Perché crescano le opportunità di formazione e di lavoro per i giovani".

Intenzione missionaria - "Perché i catechisti siano nella propria vita testimoni coerenti della fede che annunciano".
 
Intenzione dei vescovi - "Perché i movimenti e le associazioni si integrino volentieri nella pastorale organica della parrocchia".

sabato 22 agosto 2015

1098 - IL PADIGLIONE DELLA SANTA SEDE IN EXPO

Padiglione della Santa Sede in Expo
“Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, è da questa frase del Vangelo che si sviluppa il messaggio che la Santa Sede vuole trasmettere attraverso la sua partecipazione a Expo Milano 2015.
Il cibo come valore primario nella vita degli uomini, da sempre oggetto di riti, simboli, racconti, calendari e regole ma anche strumento per conoscere la propria identità e costruire relazioni con il mondo, il creato, il tempo e la storia. La Santa Sede vuole concentrare l’attenzione dei visitatori sulla forte rilevanza simbolica dell’operazione del nutrire e sulle potenzialità di sviluppo antropologico che essa racchiude. Potenzialità che sono profondamente sociali e collettive e di cui spesso purtroppo dobbiamo prendere atto per via negativa, come denuncia di inadempienze e di ingiustizie.
Il cibo si raffigura quindi non solo come nutrimento per il corpo, ma come gesto del nutrire che diventa pasto e convivium, momento di incontro e di comunione, di educazione e di crescita. Tutto ciò in netta contrapposizione con quella “cultura dello scarto”, che sempre di più oggi influenza la nostra società generando iniquità e situazioni di povertà che rappresentano delle vere e proprie piaghe. Attraverso il suo Padiglione, che si sviluppa su un’area complessiva di 747 metri quadrati, la Santa Sede vuole offrire ai visitatori uno spazio di riflessione attorno alle problematiche che ancora oggi sono connesse all’alimentazione e all’accesso al cibo, mettendo in luce come l’operazione antropologica del nutrire sia al cuore dell’esperienza cristiana e della riflessione culturale e spirituale che ha generato dentro la storia.
Da non perdere: le attrazioni del Padiglione
Fin dalle pareti esterne, il Padiglione propone due spunti di riflessione: “Non di solo pane vive l’uomo” e “Dacci oggi il nostro pane”. La visita inizia prima dell’ingresso, perché i visitatori sono accolti personalmente dai volontari. Il percorso espositivo procede illustrando in cinque scene le dimensioni ecologica, economico/solidale, educativa e religioso-teologica del tema. Nella quarta scena (“Educarsi all’umanità”), è proposta una tavola in legno sulla quale sono proiettati tutti gli ambiti della vita quotidiana in cui si può agire responsabilmente per cambiare il mondo. Anche il congedo è a cura dei volontari.
Sulla parete opposta all’ingresso è esposto un arazzo di Pieter Paul Rubens, raffigurante l’istituzione dell’Eucarestia, proveniente dal Museo Diocesano di Ancona.
(Dal sito di Expo)

1097 - DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI

Il contesto del Vangelo odierno (Matteo 10,28-42) è quello che già conosciamo dalla scorsa domenica: Matteo riflette e riporta nel discorso missionario quello che Gesù ha detto in varie occasioni; il materiale è raccolto in un unico discorso perché può essere utile alla comunità appena nata e che già deve rischiare la vita con il martirio. La logica, infatti, dell’intero brano gioca su due punti: da una parte il richiamo a non avere paura di nulla, dall’altrala necessità di “stare dalla parte di Gesù” anche se questo dovesse comportare una radicale rottura perfino con quelli della propria famiglia.«Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima [...]. Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra [...]. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa».
La domanda per noi diventa: nel nostro attuale contesto le parole di Gesù, che hanno dato coraggio e forza alle prime comunità cristiane, cosa ci dicono? Ognuno deve far risuonare nel proprio cuore la Parola e ascoltare con fiducia quello che lo Spirito suggerisce, tuttavia si può tentare qualche riflessione che aiuti in questo discernimento.
Dove c’è una fede autentica non può esserci la paura.Sono tantissime le occasioni in cui Gesù ha esortato i discepoli a non aver paura. Paura di che cosa? Paura che la sequela di Gesù ci porti in territori senza via d’uscita. Oggi, rispetto al passato, non è più semplice o più difficile credere. L’alternativa alla fede è sempre stata la paura; non è il mondo che ci fa paura, ma è dove ci porta il Vangelo a farci paura. Il Vangelo conduce il cristiano a fare cose che i pagani non fanno, oppure a non fare cose che i pagani fanno normalmente. La nostra paura è che il Vangelo non “funzioni”; sovente singoli e Chiesa cercano scorciatoie e compromessi. Se non ci si fida della grazia e si fa ricorso al potere e alla forza dell’organizzazione, il Vangelo è disarmato, siamo come vasi di argilla in mezzo a vasi di ferro. Ma Gesù ci dice: «Non abbiate paura; solo continuate ad aver fede».
Siamo importanti per Dio. È bello e consolante ascoltare queste parole: «Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri». Notiamo che Gesù non dice: «Il Padre è buono e non dovete avere paura», ma dice: «Se vivete secondo il Vangelo, state certi che la vostra vita è al sicuro». Dio “stravede” per ciascuno di noi; non ci chiede nulla: è lui che viene verso di noi e non noi che andiamo a cercare lui. Questa verità emerge nei momenti in cui la fede è sotto pressione, come lo era nelle prime comunità cristiane e come lo è ancora oggi. Il legame di Gesù con i discepoli è fortissimo e nulla lo può spezzare; il legame con Gesù e con il suo Vangelo ha la garanzia e la sicurezza di essere il legame con Dio e dunque esso è forza, verità e sicurezza per il presente e speranza incrollabile per il futuro.
Commento di don Luigi Galli

venerdì 14 agosto 2015

1096 - UNA DONNA VESTITA DI SOLE

Copia della Madonnina del Duomo di Milano in EXPO
 Riflessioni sul dogma dell'Assunzione di Maria in Cielo
Studiando antichi documenti si riscontra che l'”Assunzione” o “Dormizione” di Maria era ritenuta cosa certa nella tradizione popolare e nella Chiesa Orientale dei primi secoli. È stato scritto che Maria Assunta riempie un po’ il “vuoto” di amore materno presente nel comune immaginario sul divino.
La liturgia ci propone per questa festa la “Donna vestita di Sole”. Scrive mons. Vincenzo Bertolone, vescovo di Catanzaro-Squillace, in I care Humanum (ed. Rubettino, 2014): “Vi ricordate la visione del grande segno nel cielo di cui parla il veggente di Patmos dell'Apocalisse? È ancora una volta il segno della donna. Quel segno apocalittico è stato spesso collegato alla figura della donna per eccellenza, Maria, la Madre di Dio, la donna vestita di sole. E giustamente. Ma quel grande segno è anche la rivelazione - apocalisse, appunto - della dignità muliebre. Grazie alla donna vestita di sole, vincitrice - per il bambino che porta in grembo - nella lotta contro il dragone, ogni donna di ieri, di oggi e di domani, può legittimamente rileggere la ‘sua’ novità umana e cristiana”.
È significativa anche una posizione “laica”, quella dello psicanalista Carl Gustav Jung, circa il dogma dell'Assunta, da egli ritenuto “l'avvenimento religioso più importante dell'età moderna dopo la Riforma” e salutato positivamente specie per l’apertura alla dimensione femminile e, quindi, alla totalità , per il fatto che l'unico essere umano già presente in cielo, prima della fine dei tempi, oltre al Figlio di Dio, sia una donna.È nell’insegna della “lotta” vincitrice allora, questo amore materno di Dio che è accoglienza, compassione e tenerezza ma che sa anche, al di là di tutte le immagini troppo sdolcinate e stereotipate sul “femminile”, “lottare” per i suoi figli: a tal proposito, papa Francesco ha parlato della preghiera del Rosario che “ha anche questa dimensione ‘agonistica’, cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella battaglia contro il maligno e i suoi complici” (Omelia della Messa del 15 agosto 2013, a Castel Gandolfo).
In chiave psicoanalitica, a livello della sua ermeneutica di simbologia archetipo, questa verità di fede viene considerata come espressione storica dell'anelito primordiale della speranza, presente già nell'inconscio collettivo, in risposta al grido del dolore umano presente icasticamente nell'Apocalisse.
Aggiungo che non è solo l’anelito umano che cerca speranza: è l'unione del Figlio con la Madre al livello di intima collaborazione per la salvezza degli uomini: è sintesi meravigliosa di cielo e terra, e, per mutuare padre Ermes Ronchi, è carne di donna in Paradiso, carne di Dio sulla terra.
Di Anna Rotundo, Zenit, 13 agosto 2015.

lunedì 10 agosto 2015

1095 - AIUTO AI PROFUGHI IN GIORDANIA

Mons. Galantino, in visita ai campi profughi, ha annunciato ieri il progetto della Chiesa italiana per assicurare l’istruzione scolastica a ragazzi che da oltre 12 mesi ne sono privi
Il primo settembre i 1.400 rifugiati iracheni, giunti in Giordania nell’estate dello scorso anno dalla Piana di Ninive dopo la cacciata dei cristiani, torneranno sui banchi di scuola. Il Segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in visita ai campi profughi allestiti in Giordania, ha annunciato sabato 8 agosto quest’impegno della Chiesa italiana, volto ad assicurare l’istruzione scolastica a ragazzi che da oltre dodici mesi ne sono rimasti privi.
“D’accordo con il cardinale presidente (Angelo Bagnasco), a nome di tutti i vescovi italiani e dei cittadini che hanno scelto di destinare l’8x1000 alla Chiesa cattolica, ho voluto sostenere appieno il progetto che – attraverso la Nunziatura e in accordo con il Patriarcato latino – permetterà a famiglie rimaste prive di tutto di far riprendere ai propri figli un cammino formativo.
“L’iniziativa – continua il segretario generale – da una parte risponde pienamente all’appello di Papa Francesco a 'non assistere muti e inerti di fronte a tale inaccettabile dramma'; dall’altra, pone un tassello decisivo per evitare che queste migliaia di persone si avventurino in marce e attraversate con l’illusione di riparare altrove. Aiutiamoli a restare in Medio Oriente: sarà un modo concreto per contribuire ad assicurare anche per il domani una presenza cristiana in questa terra”.
(da Zenit, 9/09/2015)

1094 - LA SEQUELA

Mettersi alla sequela significa fare determinati passi. Già il primo passo, che segue alla chiamata, separa chi si pone nella sequela dalla sua precedente esistenza.
Così la chiamata alla sequela crea subito una nuova situazione.
La permanenza nella vecchia situazione e la sequela si escludono a vicenda. …
Il pubblicano dovette lasciare la dogana, Pietro le sue reti, per andar dietro a Gesù.
(Dietrich Bonhoeffer, Sequela, Queriniana, Brescia, 2008, pag. 48).

mercoledì 5 agosto 2015

1093 - MONTINI E MARTINI IN ASCOLTO DELLA PAROLA, IN ASCOLTO DELLA STORIA

Il 6 agosto 1978 moriva Paolo VI. Un anniversario che ricordiamo proponendo questa testimonianza di Pia Compagnoni, guida di Terra Santa, sull’amicizia tra il Papa e il futuro Arcivescovo
Nel febbraio del 1978 padre Carlo Maria Martini diede gli esercizi spirituali a Paolo VI in Vaticano. Fu anche l’ultimo incontro tra i due amici, perché il 6 agosto, festa della Trasfigurazione, tanto cara ad ambedue e giorno del transito del Pontefice, Martini era a Gerusalemme. In quell’occasione mi fece dono degli esercizi fatti seguendo il Vangelo di Matteo e mi parlò a lungo del Papa del dialogo. Ne sottolineava la squisitezza nell’ascolto, tutto teso ad ascoltare per valorizzare tutto ciò che l’altro gli diceva.
I due amici si assomigliavano molto. In più erano ambedue molto riservati e timidi, ma fermi e decisi. Avevano molte cose in comune: un grande amore a Gesù Cristo, alla Chiesa e alla Parola di Dio, convinti ambedue che la Bibbia non presenta tanto la teologia della creatura umana, quanto piuttosto l’antropologia di Dio. Nei testi della divina Rivelazione è possibile trovare il progetto divino sulla storia e farsi un’idea teologicamente corretta di chi sia veramente la creatura umana davanti a Dio, di quali siano la sua vocazione più alta e il suo ultimo destino, pur in tutta la complessità dell’esistenza concreta. Questa è stata anche l’intuizione del pensatore ebreo Abraham Joshua Heshel.
Padre Martini ha fatto parte di un gruppo ristretto di cinque biblisti: Kurt Aland, Matthew Black, Bruce M. Metzger, Allen Wikgren, e Carlo Maria Martini, unico cattolico. Tutti esperti di critica testuale, di filologia greca e aramaica e di storia della traduzione. Lavorando insieme, a lungo, hanno pubblicato la nuova versione del Nuovo Testamento che doveva servire da base per la traduzione nelle altre lingue. Paolo VI ha molto apprezzato questa fatica e il volume l’aveva a portata di mano. Anche il cardinale Martini, eletto Arcivescovo e consacrato il giorno dell’Epifania 1980 in San Pietro, ha fatto l’ingresso a Milano il 10 febbraio tenendo in mano questo Nuovo Testamento.
Durante il Vaticano II (1962-1965) io ero a Roma in sala stampa del Concilio, a fianco del direttore monsignor Vallainc, a servizio dei vescovi e dei giornalisti. Padre Martini era appena arrivato dal Piemonte per insegnare Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico. Insieme ai suoi fratelli Gesuiti seguiva la genesi della Costituzione sulla Parola di Dio, la Dei Verbum.
Erano momenti molto delicati, perché se i padri conciliari avessero messo delle regole troppo strette all’esegesi storico critica e alla lettura della Bibbia da parte dei laici, non avremmo avuto quella grande conoscenza che ne è seguita. Tutto questo stava molto a cuore a Paolo VI, che contava molto sulla collaborazione di padre Martini e del suo Biblico. Il testo della Dei Verbum è stato approvato il 18 novembre 1965 e anche per me questo giorno è stato uno dei più belli del Vaticano II.
Origene, commentando il Vangelo di Giovanni, dice: «Se ti capita di incontrare qualcuno che non sa solo esporre con sottigliezza la dottrina della verità di Cristo, ma sa anche farla trasparire, non esitare ad affermare che per lui le vesti di Gesù sono diventate splendenti come la luce».
Così è stato di Giovanni Battista Montini e di Carlo Maria Martini, e io ringrazio il Signore per averli conosciuti e per il grande dono della loro amicizia.
di Pia COMPAGNONI
Marzo 2015, da
www.fondazionecarlomariamartini.it

1092 - UOMINI

“Il più grande bisogno del mondo è il bisogno di uomini: di uomini che non si possono né comprare né vendere; di uomini che sono fedeli e onesti fino all’intimo della loro anima; di uomini che non hanno paura di chiamare il peccato con il suo vero nome; di uomini la cui coscienza è fedele al dovere come l’ago magnetico lo è al polo; di uomini che staranno per la giustizia anche se dovessero crollare i cieli.”
(E.G. White, Education, Mountain View, CA, Pacific Press, 1952, trad. it. Principi di Educazione Cristiana,Firenze, A.D.V., 1975, pag. 48).