In questo tempo ci disponiamo, con cuore vigile e attento, a contemplare la salvezza operata da Dio nella “pienezza dei tempi” e i “nostri cuori sono pervasi dal desiderio di risplendere come luci festose” davanti al Signore che viene. In Cristo si rivela il compimento dell’intera storia della salvezza, in lui ogni uomo è chiamato a comprendere il significato della propria vita. La prima venuta del Signore – preparata e annunciata dalla parola dei profeti – ha rappresentato il compimento dell’attesa dell’Israele di Dio; l’attesa del suo ritorno alla fine dei tempi sarà il compimento della speranza dell’umanità intera. La parola e le opere di Gesù trovano infatti la loro conferma nella testimonianza stessa del Padre: “Io ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato”.
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Lettura Isaia 51,1-6: Isaia invita il popolo a ricordare di essere figlio della benedizione di Dio per Abramo. Persino dell’esperienza del male, quando tutto sembra finire e la morte regnare, possiamo perseverare nella fiducia: la salvezza di Dio è vicina e rimane per sempre.
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Salmo: Nostro rifugio è il Dio di Giacobbe
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Epistola 2Corinti 2,1416a: Rendendoci partecipi della vittoria di Cristo, Dio ci pone nel mondo come segno di discernimento. Siamo portatori della promessa e dobbiamo diffondere il profumo fragrante della vita, così che gli uomini abbiano criteri per scegliere tra la morte e la vita.
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Vangelo Giovanni 5,33-39: Chi cerca con sincerità il vero, con cuore libero da pregiudizi, può riconoscere le molteplici testimonianze che Gesù riceve. Soprattutto quella che gli viene dalle opere affidategli dal Padre, con cui egli compie tutte le promesse delle Scritture.