Così, quando ci troveremo a pregare con il cuore in tumulto, se persevereremo, ci accorgeremo che dopo aver a lungo pregato, non avremo trovato risposte alle nostre domande, ma che le stesse domande si saranno sciolte come neve al sole. Nel nostro cuore entrerà la pace di chi si affida nelle mani di Dio, e si lascia condurre docilmente da Lui, là dove Lui vuole.
Non mancheranno in tutto questo le difficoltà: a volte, non riusciremo a fare tacere il chiasso che è intorno a noi e dentro di noi; a volte sentiremo la fatica e perfino il disgusto di metterci a pregare; a volte la nostra sensibilità scalpiterà, e qualunque atto ci sembrerà preferibile allo stare in preghiera davanti a Dio, a “tempo perso”.
Non dobbiamo avere paura delle prove e delle difficoltà nella preghiera: Dio è fedele e non ci porrà mai davanti ad una prova senza darci la via d’uscita; non ci esporrà mai ad una tentazione senza darci la forza per sopportarla e vincerla.
Lasciamoci amare da Dio. Lasciamo che la preghiera faccia crescere in noi la libertà da ogni paura, il coraggio e l’audacia dell’amore, la fedeltà alle persone che Dio ci affidato e alle situazioni in cui ci ha posto, senza cercare evasioni o consolazioni a buon mercato.
Impariamo, pregando, a vivere la pazienza di attendere i tempi di Dio, che non sono i nostri tempi, e a seguire le vie di Dio, che spesso non sono le nostre vie.
(Lettera ai cercatori di Dio, pag.91-92)