La critica moderna ha indicato
I vangeli pongono subito dopo
Raffaello primo ed unico nella storia dell’arte si è cimentato con la giustapposizione dei due avvenimenti. Ed ha così accentuato ancor più la trasparenza luminosa del Cristo ed il buio della condizione umana, ma, soprattutto, ha indicato che quella luce è il destino dell’uomo.
L’originalità dell’opera consiste proprio nella tensione che viene a crearsi per la compresenza delle due parti, l’alto ed il basso, il Cristo luminoso e la zona più in ombra dell’ossesso con il quale sono rimasti gli altri nove apostoli che non sono saliti sul monte Tabor.
Ogni discorso sulla Trasfigurazione ha essenzialmente a che fare con la realtà di Dio e quella dell’uomo e, sopratutto, con la compresenza totale dell’una nell’altra in Cristo.
Di questa luce che tutto abbraccia ed illumina, rifulgono finalmente anche gli stessi Mosè ed Elia,
Il testo evangelico mostra tutta la tensione tra
I corpi di Cristo, Mosè ed Elia sono librati nel cielo, suggerendo il moto ascensionale della resurrezione”, differentemente dall’iconografia tradizionale, dove sono molto più statici.
E la gloria del Cristo trasfigurato – e risorto – è talmente luminosa e carica di luce che non “può essere vista”: i tre apostoli sono scaraventati a terra, debbono “proteggersi” da quell’irradiazione luminosa.
“Mentre Cristo si trasfigura, manifestando la sua gloria... il demonio ha un sussulto particolarmente violento nel corpo del fanciullo.. L’improvvisa contorsione del demonio inviperito entro le membra dell’ossesso è, per la folla che lo scruta, il segnale di una soprannaturale rispondenza. Il sussulto del demonio, che presagisce la propria sconfitta, segnala il trionfo e la gloria del Cristo. L’episodio sottolinea il senso voluto di pesantezza, di cecità, di buio, ma anche di speranza, che grava sull’esagitata e terrestre metà inferiore della Trasfigurazione, al cui confronto quella superiore appare ancor più celestiale, lieve e composta.”.
Da un lato
Ecco l’interiore unità dell’ultima opera di Raffaello. La luce divina del Cristo e la tenebra del male non sono semplicemente giustapposte a contrasto. Proprio per quella tenebra il Cristo si è fatto uomo. La luce che abita il Signore Gesù non è per lui solo. E’ luce che, toccando fin l’abisso del peccato e della morte, è destinata a portare luce all’uomo intero, ad ogni uomo.
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