La fame è una morte lenta e silenziosa, e la fame sta aumentando nel mondo. Siamo al massimo storico. Lo denuncia
La situazione è drammatica anche nei Paesi sviluppati: sono 15 milioni le persone affamate. «L’attuale situazione dell’insicurezza alimentare nel mondo non ci può lasciare indifferenti – è l’appello di Jacques Diouf, direttore generale della Fao – le nazioni povere devono essere dotate degli strumenti economici e politici necessari a stimolare la produzione e la produttività del loro settore agricolo. Gli investimenti in agricoltura – aggiunge Diouf – devono aumentare perché per la maggioranza dei Paesi poveri un settore agricolo in buone condizioni è essenziale per combattere i problemi della fame e della povertà, ed è anche un prerequisito indispensabile per la crescita economica generale».
Il numero delle persone affamate è aumentato nei periodi 1995- 97 e 2004-
Contrariamente a quanto si possa immaginare, questo aumento della fame non è la conseguenza di raccolti non soddisfacenti, ma della crisi economica globale che ha ridotto i redditi e aumentato la disoccupazione. Il che ha diminuito, ovviamente, le possibilità di accesso al cibo per i poveri. È questa la spiegazione data dall’agenzia delle Nazioni Unite. A contribuire è anche la riduzione delle rimesse degli emigrati nei loro Paesi di origine. Nel 2008 e nei primi sei mesi di quest’anno, il calo è stato sensibile ed ha causato una riduzione delle riserve estere e dei redditi familiari. « La diminuzione delle rimesse – spiega
La maggioranza dei poveri e degli affamati nel mondo è costituita da piccoli contadini dei Paesi in via di sviluppo. Kanayo F. Nwanze, presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, fa però notare un paradosso: «Pur essendo contadini – dice – avrebbero il potenziale non solo per garantire la propria sussistenza, ma anche per accrescere la sicurezza alimentare e stimolare una più vasta crescita economica. Per rendere effettivo questo potenziale – aggiunge – e ridurre il numero delle persone vittime della fame nel mondo, i governi, assistiti dalla comunità internazionale, devono proteggere gli investimenti di base nel settore agricolo, in modo da garantire ai piccoli contadini l’accesso non solo a sementi e fertilizzanti, ma anche a tecnologie più adatte, infrastrutture, schemi di finanza rurale e mercati ». È un chiaro appello a tutti i Paesi che danno vita a queste organizzazioni, perché la fame è un problema non solo per quelli che la soffrono, ma per tutto il genere umano.
(Giovanni Ruggiero Avvenire, 20 giugno 2009)
.
invia una mail di commento - scrivi a p.gigiba@gmail.com