“Gli ultimi saranno i primi e i primi, ultimi”: è il segreto che sorprendentemente ci rivela la parola di Gesù. Il regno di Dio e la sua salvezza non seguono i criteri umani, ma sono fondati sull’amore incondizionato del Signore: “Per grazia, infatti, siete stati salvati mediante la fede”. Il Vangelo non è in contrapposizione ai principi di giustizia e di equità scoiale, ma è la “buona notizia” che supera ogni logica possessiva o pretesa di esclusività della salvezza donata dal Signore. Ogni uomo, ai suoi occhi, è destinato ad essere amato, accolto e perdonato. Per questo il nostro cuore non deve conservare rancore o insoddisfazione, ma aprirsi all’accoglienza di questo amore che ci precede, purifica, guarisce, nulla toglie alla nostra libertà e non aggrava la nostra fragile esistenza. La salvezza, che anche in questa celebrazione ci è offerta, non può essere ottenuta con un gioco di astuzia esibendo meriti e privilegi, ma è dono di un’eccedenza di amore e di grazia, di misericordia e perdono.
Prima lettura: Is. 45,20-24a; Sal 64; Epistola: Ef. 2,5c-13; Vangelo: Mt. 20,1-16.
Prima lettura: Is. 45,20-24a; Sal 64; Epistola: Ef. 2,5c-13; Vangelo: Mt. 20,1-16.