Un appuntamento che si ripete ogni anno,ma solo in occasione della festa di san Carlo Borromeo: tra le navate della cattedrale vengono appese le grandi tele che illustrano la vita, e i miracoli, del vescovo milanese. Autentici, bellissimi capolavori della pittura lombarda del primo Seicento.
Due sono le serie dei grandi quadri ambrosiani. Il primo ciclo pittorico è riferito ai Fatti della vita del beato Carlo, e consta di 28 teleri di notevoli dimensioni (sei metri di base per qusi cinque di altezza), realizzati a tempera forte e dovuti al pennello di celebri maestri del Seicento. Il secondo, invece, ha per oggetto i Miracoli di san Carlo , e comprende altrettante tele, di minore grandezza rispetto al primo ciclo ma non di minore importanza, e in buona parte opera dei medesimi artisti. L'insieme dei dipinti rappresenta quindi una grandiosa rassegna della pittura manierista lombarda.
Mentre dunque laici e religiosi sollecitavano l'avvio del processo di canonizzazione del Borromeo, nel settembre del 1602
Per quanto riguarda i soggetti dei singoli quadri, fin dall'inizio venne prediletto il tema dell'azione di Carlo durante la peste, sublime prova di umiltà, carità e responsabilità. E alle medesime qualità evangeliche fanno riferimento anche le tele che rappresentano il santo vescovo rinunciare a titoli e rendite, distribuendo ai bisognosi i propri beni, nonchè quelle che evidenziano quel suo stile di vita estremamente sobrio ed ascetico.
di Luca Frigerio