Maria di Magdala presso il sepolcro vuoto del suo Signore piange. Si mette a cercarlo, ma i suoi singhiozzi, le sue lacrime le appannano la vista e il cuore impedendole di riconoscere il Signore che, vivo, le sta davanti. Gesù si commuove e le si manifesta chiamandola per nome con un tono di voce che penetra nell'intimo della sua persona, ed ella esclama: "Rabbunì, Maestro mio!".
In un istante confessa la sua fede, il suo amore, la sua dedizione.
(Carlo Maria Martini, Omelia nella domenica di risurrezione, 2002)