Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

martedì 29 luglio 2014

960 - APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - AGOSTO 2014

Intenzione generale
"Perché i rifugiati, costretti ad abbandonare le loro case a motivo della violenza, trovino generosa accoglienza e vedano tutelati i loro diritti".

Intenzione missionaria
"Perché i Cristiani in Oceania annuncino con gioia la fede a tutte le popolazioni del Continente"

Intenzione dei vescovi
"Perché la certezza che Cristo risorto è più forte di ogni male ci liberi dal pessimismo e dallo scoraggiamento".


sabato 26 luglio 2014

959 - TWEET DI PAPA FRANCESCO

Quando si vive attaccati al denaro, all’orgoglio o al potere, è impossibile essere felici.
Cuando se vive apegado al dinero, al orgullo o al poder, es imposible ser feliz.
Quando se vive preso ao dinheiro, ao orgulho ou ao poder, é impossível ser feliz.
When one lives attached to money, pride or power, it is impossible to be truly happy.
Quand on vit l’attachement à l’argent, à l’orgueil et au pouvoir, il est impossible d’être heureux.
Wer am Geld hängt, an der Macht oder am Stolz, für den ist es unmöglich, glücklich zu sein.
Kiedy żyjemy przywiązani do pieniądza, dumy albo władzy, nie możemy być szczęśliwi.
عندما نحيا متشبثين بالمال والكبرياء والسلطة، يصبح من المستحيل أن نكون سعداء.

958 - 7 DOMENICA DOPO PENTECOSTE

In quel tempo. Il Signore Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». (Luca 13,22-30)

«Quanti sono i salvati? E io mi salverò?». La domanda è quella di sempre, quella che ogni generazione si pone, in modi sempre diversi. È la domanda che ogni essere umano sente nascere dal profondo del suo cuore e che esprime il desiderio d’infinito, che alberga in ciascuno di noi. Aneliamo a Dio anche senza volerlo, perché siamo fatti di lui, per questo lo desideriamo e ci interroghiamo: come potrò vederti, Dio che ti nascondi nel profondo del mio cuore? Chi potrà vederti, Dio del quale sento misteriosa e vera nostalgia? Gesù non dice quanti sono i salvati, ma come ci si salva.

Non si tratta di vedere se sono contato tra i salvati, quasi volessi un’assicurazione sul paradiso, ma di vedere se mi comporto come un salvato e Gesù nel Vangelo di oggi mi dà quattro indicazioni, per verificarlo. «Sforzatevi di entrare… molti cercheranno». La traduzione italiana qui si rivela nella sua debolezza. Sforzatevi mi fa pensare alla fatica, al dolore, che invece non c’è nelle parole di Gesù. Egli usa il verbo agonizesthe per sforzarsi. Agonizesthe richiama l’agonismo, l’entusiasmo dell’atleta o dello sportivo che non risparmia nulla per giungere alla vittoria e averne la gioia. «Cercheranno» traduce il latino quaerere, che significa «chiedere per sapere», informarsi. Gesù ci scuote: occorre desiderare con tutte le forze il Regno e non informarsi dove sia o a che ora parta il treno che porta in paradiso, per decidere se conviene o no.

Con Gesù non basta essere curiosi ma entusiasti, voler vincere la corsa della vita. La seconda indicazione: il padre di famiglia (più corretto che “padrone di casa”) chiuderà a una certa ora la porta e non servirà gridare: «Signore, aprici». Perché sono rimasti a chiacchierare fuori? Forse non gli interessava o non avevano molta voglia di entrare. Forse pensavano che quel padre poteva aspettare. Spesso siamo così anche noi: pensiamo che Dio può sempre aspettare; che prima di lui ci sono tante cose interessanti da fare e molte parole da sprecare. Quante volte anche noi stiamo sulla porta della fede, non ci decidiamo mai! «Abbiamo mangiato alla tua presenza».

Sono quelli che dicono: «Signore, noi c’eravamo. Eri bravo! Ci piaceva sentire quello che dicevi, mentre giocavamo a carte e bevevamo il bianchino!». Si può essere gente che ammira Gesù, ma non lo segue! Non basta sapere (distrattamente) cosa dice Gesù: occorre vivere quello che dice. «Verranno da oriente e da occidente» è il quarto invito: Gesù chiede di essere sempre fiduciosi. Quando i chiamati resteranno fuori, allora arriveranno da tutti gli angoli della terra, per entrare nella Casa di Dio! Non ci sarà mai fallimento per il Vangelo! Certo, occorre assumere la logica di Gesù, che ribalta il modo di pensare comune: gli ultimi non rimarranno tali, ma «saranno primi».

Il motivo ce lo dice Matteo (19,30-20,16), che riprende le stesse parole: «Sei forse invidioso, perché io sono buono?». Dio è buono: questo è il segreto di Dio e a questo ci chiama: essere buoni tra noi come lui è buono con noi. Mons. Ennio Apeciti

giovedì 24 luglio 2014

957 - EMERGENZA GAZA - RACCOLTA FONDI DI CARITAS AMBROSIANA

Caritas Ambrosiana accoglie e rilancia l'appello lanciato da Caritas Internationalis per aiutare la popolazione di Gaza duramente provata da due settimane di bombardamenti. Finora più di 600 palestinesi sono morti (oltre a 27 soldati israeliani) e oltre 100 mila persone sono state costrette a lasciare le loro case, rifugiandosi dove capita.
Nonostante l’accorato appello di Papa Francesco, infatti, le speranze di una tregua a Gaza sono sempre labili dopo il rifiuto delle autorità palestinesi di cessare i lanci di razzi in Israele e la decisione di Israele di invadere Gaza.

«La maggior parte delle vittime sono bambini, donne e anziani – spiega fr Raed Abusahlia, direttore di Caritas Gerusalemme –. Noi crediamo che la Chiesa non possa restare in silenzio davanti a fatti come questi. Non possiamo rimanere fermi a guardare senza fare nulla. Gaza era già in una situazione drammatica, costretta a vivere assediata da 12 anni, e con tre conflitti che si sono susseguiti negli ultimi otto anni, un’altra guerra non potrà che peggiorare le condizioni di vita e aumentare le sofferenze».
Caritas Gerusalemme è presente a Gaza e assiste - con i mezzi che le sono rimasti a disposizione e con le limitazioni dovute al crescere delle operazioni militari - malati e feriti, bambini impauriti e rimasti orfani, mentre si soffre la sete e il caldo dell’estate, con mancanza di acqua potabile e frequenti interruzioni dell’elettricità.

ll programma di emergenza di Caritas prevede la fornitura di medicinali e materiale medico ai quattro ospedali della zona oltre alla fornitura di combustibile per i generatori, assolutamente necessari per operare in sicurezza durante le frequenti interruzioni di energia elettrica. Avviata anche la distribuzione di pacchi viveri a oltre 2.000 famiglie, di kit igienici a oltre 3.000 famiglie e di lenzuola e coperte ad altre 500 famiglie.

La seconda parte del programma di aiuti prevede poi il supporto economico a oltre 2.000 famiglie per far fronte alle spese di prima emergenza oltre a un aiuto psicologico appropriato per i bambini costretti a rimanere sotto i bombardamenti oltre all'assistenza medica per tutti coloro che hanno dovuto allontanarsi dalle loro case e trovare rifugi di fortuna.
Il costo totale del programma è di 1.130.855 euro

Come donare

· Conto Corrente Postale n. 000013576228 intestato a Caritas Ambrosiana Onlus - Via San Bernardino 4 - 20122 Milano

· Conto Corrente Bancario IBAN: IT17Y0521601631000000000578 presso il Credito Valtellinese intestato a Caritas Ambrosiana Onlus

Causale: Emergenza Gaza

Le offerte sono detraibili fiscalmente.

sabato 12 luglio 2014

956 - 5 DOMENICA DOPO PENTECOSTE

"Cercate sempre il volto del Signore": è l'impegno che deve accompagnare la nostra preghiera. La scelta di seguire Gesù è frutto di una decisione libera, capace di superare le sicurezze del mondo per riporre la nostra totale fiducia nel Signore.
"Seguimi e annuncia il regno di Dio": la sua chiamata è chiara e precisa. Prima di ogni legame o preoccupazione umana deve esserci il nostro amore per Lui, perchè nulla deve distoglierci dal proposito di seguirlo. La vicenda di Abramo, presentata dalla liturgia di questa domenica, è immagine del nostro stesso cammino.
La chiamata del Signore - così come è avvenuto per il grande patriarca - non fissa la nostra memoria nel passato, ma è soprattutto promessa di un futuro. Al discepolo di ogni tempo è chiesto di comprendere ciò che è essenziale per la propria vita, per esprimere con impegno e consapevolezza la volontà di seguire il Signore.