Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 31 luglio 2015

1091 - NELL'EDICOLA CARITAS IN EXPO....

 
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Energia è il titolo dell’istallazione del 1973 dell’artista tedesco Wolf Vostel (1932-1998), figura di primo piano del movimento Fluxus e padre dell’Happening europeo. La Cadillac e un muro di filoni di pane sono i simboli di un mondo sazio e di un mondo affamato. L’automobile rappresenta il consumo irragionevole e la minaccia alla pace individuale e collettiva, mentre il pane diviene un correttivo per ristabilire l’equilibrio. Ogni filone è avvolto dentro al giornale su cui è stampata la frase di Vostel: “Sono le cose che non conoscete che cambieranno la vostra vita”, messaggio che unisce il senso del concreto della nutrizione a quell’altra “fame” spirituale che è altrettanto potente nell’umanità di oggi. E’ il senso del messaggio che Caritas porta in Expo: essere capaci di sentire, di fare vibrare le corde della compassione, non essere sopraffatti dall’impotenza ma intervenire, cercando insieme la risposta e l’azione migliore.
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ENERGY is the title of the installation by German artist Wolf Vostell (1932-1998), a prominent figure in the Fluxus movement and father of the European Happening Movement. The Cadillac and a wall of loaves of bread are the symbols of a sated world and a hungry one. The car simbolize mindless consumption and threat to peace, both individual and collective, while the bread becomes a form of corrective to restore balance. Each loaf is wrapped inside the page of a newspaper on which the phrase of Vostel has been printed: “It’s what you don’t know yet that will change your life”, a massage that combines the sense of the concrete needs of nutrition to that other spiritual hunger that is just ad a powerful in today’s world. It’s the massage that Caritas brings to Expo: being able to feel, to make vibrate the strings of compassion, not being overwhelmed by impotence but being able to intervene for the best action.
(Tratto da Scarp de’ tenis, maggio 2015)
 

1090 - LA PRESENZA DI CARITAS IN EXPO


L'EDICOLA DI CARITAS
Un percorso dalla conoscenza alla partecipazione attraverso l'edicola, il nostro spazio unico, dedicato, situato all'ingresso di expo, "dividere per moltiplicare" diviene per il visitatore un'esperienza interattiva e multimediale sul significato profondo del tema. Un'esperienza di 10 minuti in cinque tappe, attraverso le quali il visitatore ascolta, vede, partecipa, si emoziona: comprende che la divisione-condivisione è un'opportunità.

A journey from knowledge to participation through a newsstand, a unique, dedicated space located at the entrance of Expo, the message "Divide To Multiply" becomes an interactive, multimedia experience for the visitor, on the profound meaning of the theme. The visitor will experience five, 10-minute stages, through which they will listen, see, participate and feel moved: and understand that division-sharing is an opportunity.

PRIMA TAPPA - LA CONOSCENZA  - Nella prima tappa Caritas accoglie e si presenta, in modo immediato racconta oltre 60 anni di vicinanza agli ultimi, il suo approccio all'ascolto e all'azione: questo è il momento della conoscenza.
FIRST STAGE - KNOWLEDGE - In the first stage, Caritas welcomes the visitor and introduces itself, recounting more than 60 years of providing support to the poor and oppressed, through listening and action.

SECONDA TAPPA - L'EMOZIONE - La seconda tappa è il momento dell'emozione: l'installazione Energia del 1973, dell'artista Wolf Vostell, vede una Cadillac, simbolo di un consumismo sconsiderato, cinta di pane avvolto in giornali, bisogno primario, correttivo e medicamento per ricostruire l'equilibrio interiore; l'umanesimo di Vostell lancia un messaggio politico e sociale di valenza planetaria.
SECOND STAGE - FEELING - The second stage is about feeling: the 1973 installation "Energy" by artist Wolf Vostell, shows a Cadillac, a symbol of consumerism, surrounded by pieces of bread wrapped in newspapers, a primal need, a remedy and medication to rebuild one's internal equilibrium; Vostell's humanism sends a political and social message of worldwide meaning.

TERZA TAPPA - LA VISIONE - La terza tappa è il momento della visione Caritas. In uno spazio buio, intimo, raccolto si illuminano e si spengono parole legate all'accumulo e ai bisogni primari, alla giustizia e ai conflitti.
THIRD STAGE - VISION - The third stage is about Caritas' vision. In a dark and cosy room, illuminated words concerning primal needs, accumulation, justice and conflict will flash on and off.

QUARTA TAPPA - LA CONDIVISIONE - Torniamo alla luce nella quarta tappa, il momento della speranza e della condivisione, qui, nella sala alle spalle dell'opera di Vostell si da voce a tutte le volte che "Dividere per Moltiplicare" acquista nella realtà un'evidenza compiuta.
FOURTH STAGE - SHARING - The fourth stage is about "light": it's the time for hope and sharing! In the room next to Vostell's artwork we will show you examples of how the idea "Divide To Multiply" can become real in everyday life.

QUINTA TAPPA - LA PARTECIPAZIONE - Il momento della partecipazione è la quinta e ultima tappa: l'ospite è invitato a lasciare un breve videomessaggio che racconti una sua esperienza di condivisione. Nasce così un collage di racconti in tutte le lingue del mondo, un vettore di cambiamento carico di un'energia speciale, quella che nasce dall'amore e dalla carità umana che chiunque, se lo sceglie, può testimoniare.
FIFTH STAGE - PARTICIPATION - Participation is the fifth and last stage: the visitor will be asked to leave a short video-message about a personal experience of sharing. The end result will be a patchwork of stories, told in all the different languages from around the world, a vehicle of change carrying a special energy, an energy grown out of love and human charity that everyone, if one chooses to, can witness.
http://expo.caritasambrosiana.it/

martedì 28 luglio 2015

1089 - BUSSO ALLA PORTA DEL TUO CUORE

Il mio cuore, è davanti a te, o Signore,
si sforza ma da solo non può farcela:
ti prego fa' tu, ciò che egli non può.
Introducimi nella cella del tuo amore:
te lo chiedo, te ne supplico,
busso alla porta del tuo cuore.
E tu che mi fai chiedere, concedimi di ricevere.
Tu che mi fai cercare, fa' che ti trovi.
Tu che mi esorti a bussare, apri a chi bussa.
A chi darai se non dai a chi ti chiede?
Chi troverà se chi cerca, cerca inutilmente?
A chi darai se non ascolti chi ti prega?
O Signore, da te mi viene il desiderio,
da te mi venga anche l'appagamento.
Anima mia, sta unita a Dio, anche importuna,
e tu Signore non la rigettare,
essa si consuma d'amore per te.
Ristorala, confortala,
saziala con il tuo amore e il tuo affetto.
Il tuo amore mi possieda totalmente,
perché con il Padre e con lo Spirito Santo,
tu sei il solo Dio benedetto nei secoli dei secoli.
(Sant'Anselmo d'Aosta, 1033-1109)

1088 - APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - AGOSTO 2015

Universale
Perché quanti operano nel campo del volontariato si impegnino con generosità al servizio dei bisognosi.

Per l'evangelizzazione
Perché uscendo da noi stessi sappiamo farci prossimo di quanti si trovano nelle periferie delle relazioni umane e sociali.

martedì 21 luglio 2015

1087 - PREGHIERA PER LA NOSTRA TERRA

Dio onnipotente, 
che sei presente in tutto l’universo
e nella più piccola delle tue creature,
Tu che circondi con la tua tenerezza
tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo cura
della vita e della bellezza.
Inondaci di pace,
perché viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinché proteggiamo il mondo
e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori
di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti i giorni.
Sostienici, per favore, nella nostra lotta
per la giustizia, l’amore e la pace.
papa Francesco, Enciclica Laudato Si

1086 - RIPARTIRE DA DIO

Ripartire da Dio vuol dire sapere che noi non lo vediamo, ma lo crediamo e lo cerchiamo così come la notte cerca l’aurora. Vuol dunque dire vivere per sé e contagiare altri dell’inquietudine santa di una ricerca senza sosta del volto nascosto del Padre. Come Paolo fece coi Galati e coi Romani, così anche noi dobbiamo denunciare ai nostri contemporanei la miopia del contentarsi di tutto ciò che è meno di Dio, di tutto quanto può divenire idolo. Dio è più grande del nostro cuore, Dio sta oltre la notte. Egli è nel silenzio che ci turba davanti alla morte e alla fine di ogni grandezza umana; Egli è nel bisogno di giustizia e di amore che ci portiamo dentro; Egli è il Mistero santo che viene incontro alla nostalgia del Totalmente Altro, nostalgia di perfetta e consumata giustizia, di riconciliazione, di pace.
Carlo Maria Martini

giovedì 16 luglio 2015

1085 - PROTEGGERE LA CASA COMUNE

La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci crea­to. L’umanità ha ancora la capacità di collabora­re per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringrazia­re tutti coloro che, nei più svariati settori dell’at­tività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Merita­no una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambia­mento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze de­gli esclusi.
Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dia­logo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondia­le ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Pur­troppo, molti sforzi per cercare soluzioni concre­te alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinte­resse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vesco­vi del Sudafrica, « i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio ». Tutti pos­siamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cul­tura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità.
(Laudato Sì, nr.13-14)

martedì 14 luglio 2015

1084 - E' DIO IL VERO CIBO

 
Expo 2015. Gli occhi di tutti sono puntati verso il mondo dell'alimentazione. Più di 140 Paesi e organizzazioni internazionali si confrontano sul tema del cibo, mostrando le loro innovazioni e le loro scoperte. Scrittori, sportivi, filosofi, personaggi dello spettacolo, attori, creativi, architetti, designer, chef, musicisti, cantanti, registi, confluiscono da ogni parte del mondo, ciascuno nel ruolo di testimoniai d'eccezione.
In questo grandioso evento vi è però un grande assente: nessuno ha infatti pensato di dedicare un padiglione all'Eucaristia, il cibo più antico e diffuso nel mondo occidentale. Cibo non solo per il corpo, ma anche per lo spirito. Eppure, proprio l'Europa e l'Italia debbono le loro radici e i loro valori fondanti a questo Dio che si è fatto cibo.
Il nostro Paese ha scelto come tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita"; e cosa ha più nutrito il pianeta e fornito energia per la vita se non l'Eucaristia?
Il padiglione italiano ha forme che richiamano quelle di un albero, rami e radici che si estendono in architetture aggrovigliate ed esteticamente avvolgenti, perché, dicono gli organizzatori, "l'albero è il simbolo della vita". E su questo siamo pienamente d'accordo, ma qual era nell'Eden l'Albero della Vita? Un Dio che si fa frutto, un Dio che collega ogni azione dell'uomo proprio al cibo. Un Dio che educa i suoi primi figli a offrire come sacrificio ciò con cui egli stesso li nutriva, donando loro i prodotti della terra e gli animali del pascolo. Un Dio che accompagna l'esodo del suo popolo fornendogli, anche nel deserto, acqua, carne, manna. Un Dio che a sua volta s'incarna nascendo in una mangiatoia, come a dire fin dall'inizio: "ecco, sono qua, mangiatemi!". Anche se questo sarà chiaro solo nell'ultima sua cena: «Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo». Un Dio che prepara un banchetto per il figliol prodigo, attendendo ad esso ciascuno di noi, per trasformarci da consumatori di ghiande per porci in suoi eletti commensali. Un Dio che moltiplica i pani e i pesci senza necessità di tecniche OGM, sfamando la gente col vero cibo della sua parola, perché «non di solo pane vive l'uomo». Un Dio che riempie le reti della nostra pesca senza impoverire i mari come facciamo noi. Un Dio che, pur torturato e messo a morte, si fa trovare di nuovo vivo sulla riva, col fuoco acceso, a preparare un pesce arrostito per un gruppo di sbigottiti apostoli. Un Dio che infonde speranza, promettendo un banchetto eterno a chi lo segue, e fornendone già una quotidiana anticipazione a chi crede che «chi mangia di questo pane vivrà per sempre».
È questo dunque il vero cibo, l'unico vero cibo, nutrimento del corpo e dell'anima, nascosto nei tabernacoli, nascosto nelle specie del pane e del vino per non accecare con la sua potenza, nascosto dal mondo, dalle nazioni, dall'Expo, dove milioni di visitatori ciechi tentano di risolvere i bisogni del pianeta senza intuire il proprio. Cercano di sfamare senza sfamarsi. Di salvare senza salvarsi. Ma «senza di Me non potete far nulla».
La scienza e l'economia globale, senza la preghiera, non sfameranno i popoli, se non attraverso quel «dacci oggi il nostro pane quotidiano».
O, nella migliore delle ipotesi, genereranno un mondo sazio, ma divorato da un'altra fame. Infatti, anche laddove il cibo non manca, si sta moltiplicando la disperazione. E crescono i casi di bulimia e anoressia. Persone in cui il rapporto con il cibo è stato distrutto. Ma prima ancora è stato in loro distrutto il rapporto con la vita. Una piaga che si sta diffondendo moltissimo tra giovani, mentre i genitori non sanno più come salvarli. È il corpo che mangia se stesso, che si nutre dei propri muscoli, finché non vengono intaccati gli organi vitali. Ospedali e psicologi non trovano le cure. Le cause dell'anoressia non sono ancora note, tuttora brancoliamo nel buio, affermano gli esperti. E ai genitori di una ragazza che sminuzza la buccia di una mela in frammenti sempre più piccoli e a cui sono rimaste solo le ossa e pochi giorni da vivere, sanno solamente dire: "Ha perso i gusto della vita".
Anche Elia, ugualmente desideroso di morire, si sentì dire: «Su, mangia!». Ma «con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio» (1Re 19,4-8).
(Stefano Biavaschi)


1083 - PIU' FORTI DEL TERRORE

Nel primo anniversario della caduta della città di Mosul nelle mani dello Stato islamico esce Più forti del terrore. I cristiani del Medio Oriente e la violenza dell’Isis (Editrice Missionaria Italiana), il nuovo libro del patriarca di Baghdad, Louis Raphaël Sako.
Figura di grande statura culturale, poliglotta, sostenitore del dialogo interreli-gioso, Sako racconta l’affermarsi militare dell’Isis in Iraq e la reazione della minoranza cristiana: «I nostri cristiani sono pronti a sacrificarsi per la loro fede. Ho molte testimonianze di giovani pronti a morire piuttosto di rinunciare alla loro fede».
Nel suo libro Sako offre la sua versione sul perché l’Isis operi in maniera così violenta, con decapitazioni, uccisioni di massa, fosse comuni: «L’ideologia dell’Isis è il risultato di un lavaggio del cervello. I suoi membri sono molto chiusi e si definiscono contro tutto. Contro la cultura. Contro il pluralismo. Distruggono tutto, fanno tabula rasa». Secondo Sako, l’obiettivo dell’Isis è «Svuotare non solo l’Iraq ma anche tutto il Medio Oriente della componente cristiana».
Di fronte a questa situazione cosa si deve fare? Il patriarca Sako risponde così: «Se si vuole sradicare questa organizzazione di fanatici, è necessario avere una forza via terra. In queste circostanze, fare la guerra è legittimo, lo stesso papa Francesco l’ha ricordato. È legittima difesa».
Sako precisa che sono «quelli che hanno creato questa situazione di caos» coloro che hanno più responsabilità verso il Medio oriente, in particolare gli Stati Uniti: «Gli americani che hanno invaso l’Iraq, cambiato il regime e annunciato che avrebbero portato i diritti dell’uomo e la democrazia e la libertà, dove sono? Dov’è la libertà? Dov’è la democrazia? Ora bisogna mantenere questo grande progetto e permettere a tutti i cittadini dell’Iraq di vivere dignitosamente».
(Zenit, 12 Giugno 2015)

1082 - PREGHIERA CON IL CREATO

Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature,
che sono uscite dalla tua mano potente.
Sono tue, e sono colme della tua presenza
e della tua tenerezza.
Laudato si’!
Figlio di Dio, Gesù,
da te sono state create tutte le cose.
Hai preso forma nel seno materno di Maria,
ti sei fatto parte di questa terra,186
e hai guardato questo mondo con occhi umani.
Oggi sei vivo in ogni creatura
con la tua gloria di risorto.
Laudato si’!
Spirito Santo, che con la tua luce
orienti questo mondo verso l’amore del Padre
e accompagni il gemito della creazione,
tu pure vivi nei nostri cuori
per spingerci al bene.
Laudato si’!
Signore Dio, Uno e Trino,
comunità stupenda di amore infinito,
insegnaci a contemplarti
nella bellezza dell’universo,
dove tutto ci parla di te.
Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine
per ogni essere che hai creato.
Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti
con tutto ciò che esiste.
Dio d’amore, mostraci il nostro posto
in questo mondo
come strumenti del tuo affetto
per tutti gli esseri di questa terra,
perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te.
Illumina i padroni del potere e del denaro
perché non cadano nel peccato dell’indifferenza,
amino il bene comune, promuovano i deboli,
e abbiano cura di questo mondo che abitiamo.
I poveri e la terra stanno gridando:
Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce,
per proteggere ogni vita,
per preparare un futuro migliore,
affinché venga il tuo Regno
di giustizia, di pace, di amore e di bellezza.
Laudato si’!
Amen.
papa Francesco

sabato 11 luglio 2015

1081 - VII DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Il brano del Vangelo secondo Giovanni (16,33-17,3), pur strappato dal suo contesto, aiuta a cogliere i sentimenti di Gesù verso i suoi discepoli e il contenuto della sua preghiera al Padre: «Padre è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te». Come sappiamo “l’ora di Gesù” è la sua passione, morte e risurrezione. In Giovanni questa “ora” è presentata come l’ora della “gloria”: il Figlio rende gloria al Padre e il Padre rende gloria al Figlio. Ma cosa significa questa “gloria”? La gloria di Dio è la vita eterna donata agli uomini; specifichiamo bene questo fatto svolgendo tre pensieri.
Il primo: Dio dà e non chiede nulla. Rendere gloria a Dio non significa “fare qualcosa” per lui: Dio non chiede nulla per sé. Nel cristianesimo non viene presentato un “Dio immobile” a cui sottomettersi e da “placare con i sacrifici”, perché non mostri la sua ira agli uomini. Il Padre di Gesù dona la pace agli uomini e svela un amore incondizionato che fa ammutolire e tremare per la sua grandezza, ma che non provoca nessuna paura. Dobbiamo chiederci sempre qual è la nostra immagine di Dio. Spesso non pensiamo a Dio nel modo con cui è presentato nella rivelazione di Gesù.
Il secondo pensiero riguarda la pace. «Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo». La pace nella rivelazione biblica è la sintesi di tutti i doni messianici che Gesù è venuto a portare agli uomini. La pace che Gesù offre è la certezza che la sua passione, morte e risurrezione «ha vinto il mondo». Questa certezza nasce dalla fede in lui, ed è capace di custodire la pace del cuore. è una esperienza profonda, che fanno tutti coloro che credono in Gesù e lo amano. La vittoria di Gesù sul mondo non umilia e non sottomette; la sua vittoria libera e fa sprigionare nell’uomo tutte le bellezze e le bontà che stanno chiuse (a volte sepolte) nel suo cuore. Queste parole di Gesù ci interrogano seriamente sullo “stile” della nostra fede: non possiamo vivere una fede triste , timorosa e tremante di fronte a Dio. Gesù svela una familiarità con il Padre che elimina, in radice, la paura di essere giudicati e condannati.
Il terzo dice: Gesù è il Salvatore. «Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato». Il Padre gradisce l’offerta che Gesù fa di sé nella passione e gli conferisce il potere su ogni creatura, strappando dalla morte l’umanità del Figlio e rendendolo Signore di tutti gli esseri che sono nell’universo. Nessuno, donna o uomo, è lontano dal “potere” di Gesù. Gesù è “tutto in tutti”. Per far cosa? Per donare a tutti la vita che non muore. Va notato che il Padre dà a Gesù il potere su ogni essere umano e Gesù dona la vita che non muore a tutti coloro che il Padre gli ha dato, così Gesù è il Salvatore di tutti. Questa verità è straordinaria e dona la pace. Noi non sapremo mai come fa Gesù a donare a tutti la vita eterna, ma i cristiani sanno come la dona a loro: ogni cristiano vive di questa certezza.
don Luigi  Galli