Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

domenica 28 settembre 2014

981 - APOSTOLATO DELLA PREGHIERA OTTOBRE 2014

Intenzione generale
"Perché il Signore conceda pace, alle regioni del mondo più martoriate dalla guerra e dalla violenza".

Intenzione missionaria
"Perché la Giornata Missionaria Mondiale risvegli, in ogni fedele, la passione e lo zelo di portare a tutto il mondo il Vangelo".

Intenzione dei vescovi
"Perché i Cattolici Italiani diano il loro contributo alla crescita della coerenza morale, nella vita pubblica e privata".

sabato 20 settembre 2014

980 - IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI

"Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo": è il cuore della liturgia odierna.Questo pane è Gesù, che ha condiviso la nostra esistenza e si è fatto garante dell'Alleanza definitiva tra Dio e l'uomo.
Il segno del pane richiama il dono totale del Signore: il pane è la stessa vita di Gesù. Come il pane è preparato per essere consumato, diventando nutrimento per colui che ne mangia, così quanti credono in Gesù sono destinati a vivere di Lui: "Io sono il pane della vita; chi viene a le non avrà fame e chi crede in me non avrà sede, mai!".

 Lettura di Isaia 63,19b-64,10
Alla gioia e al canto per il ritorno dall'esilio (dopo il 538 a.C.) subentra la delusione per la fatica della ripresa e lapaura che Dio stesso si sia stancato del suo popolo e l'abbia abbandonato alla sua malvagità. Un segno sembravano le rovine di Gerusalemme e del tempio. Il profeta rinnova la memoria delle opere antiche di Dio, descritte con efficaci immagini, e si appella alla sua paternità. Preghiera bellissima e sempre attuale, ma da arricchiere alla luce di Cristo.
 
Salmo 76: Vieni Signore a salvare il tuo popolo.
 
Epistola agli Ebrei 9,1-12
Ebrei cristiani erano tentati di ritornare alle tradizioni della vecchia legge e ai riti del tempio della Gerusalemme "presente", ossia terrena. Il brano ne richiama sommariamente alcuni; ma ne afferma la scarsa efficacia rispetto all'azione di Gesù: questi, venuto da un mondo celeste ed entrato nel vero santuario di Dio tramite il suo passaggio pasquale, produce una vera redenzione per tutti. Così egli inaugurò il mondo "futuro" e definitivo.
 
Vangelo di Giovanni 6,24-35
La moltiplicazione dei pani sucita interesse nella folla, ma Gesù invita ad andare oltre e a scoprirne il "segno": lui è il vero pane del cielo per una vita eterna. Lui, con la sua "carne" e il suo "sangue", con la sua parola che sazia e disseta più dell'antica divina Torah: questa, pur già nutriente, lasciava ancora "fame e sete" (Sir.24,21).
Pagina illuminante sul rapporto tra Ebraismo e Cristianesimo, tra Mosè e Gesù, anzi tra Gesù e il divino.

mercoledì 17 settembre 2014

979 - LA CHIESA E' MISSIONARIA

Quando professiamo la nostra fede, noi affermiamo che la Chiesa è “cattolica” e “apostolica”. Ma qual è effettivamente il significato di queste parole, di queste due note caratteristiche della Chiesa? E che valore hanno per le comunità cristiane e per ciascuno di noi?
Cattolica significa universale. Una definizione completa e chiara ci è offerta da uno dei Padri della Chiesa, dei primi secoli, san Cirillo di Gerusalemme, quando afferma: «La Chiesa senza dubbio è detta cattolica, cioè universale, per il fatto che è diffusa ovunque dall’uno all’altro dei confini della terra; e perché universalmente e senza defezione insegna tutte le verità che devono giungere a conoscenza degli uomini, sia riguardo alle cose celesti, che alle terrestri».
Un segno evidente della cattolicità della Chiesa è che essa parla tutte le lingue. E questo non è altro che l’effetto della Pentecoste: è lo Spirito Santo, infatti, che ha messo in grado gli Apostoli e la Chiesa intera di far risuonare a tutti, fino ai confini della terra, la Bella Notizia della salvezza e dell’amore di Dio. La Chiesa così è nata cattolica, cioè “sinfonica” fin dalle origini, e non può che essere cattolica, proiettata all’evangelizzazione e all’incontro con tutti. La Parola di Dio oggi si legge in tutte lingue, tutti hanno il Vangelo nella propria lingua per leggerlo e torno sullo stesso, sempre buono prendere con noi un Vangelo piccolo per portarlo in tasca, nella borsa e durante la giornata leggerne un passo, questo ci fa bene. Il Vangelo è diffuso in tutte le lingue perché la Chiesa, l’annunzio di Gesù Cristo Redentore, è in tutto il mondo. Ed è per questo che si dice che la Chiesa è cattolica, perché è universale.
Se la Chiesa è nata cattolica, vuol dire che è nata «in uscita», che è nata missionaria. Se gli Apostoli fossero rimasti nel Cenacolo senza uscire per predicare il Vangelo, la Chiesa sarebbe soltanto la Chiesa di quel popolo, di quella città, di quel Cenacolo. Tutti invece sono usciti per il mondo dal momento della nascita della Chiesa, dal momento che è venuto lo Spirito Santo e per questo la Chiesa è nata in uscita, cioè missionaria. È quello che esprimiamo qualificandola apostolica perché l’Apostolo è quello che porta la Buona Notizia della Resurrezione di Gesù. Questo termine ci ricorda che la Chiesa, sul fondamento degli Apostoli e in continuità con essi – sono gli Apostoli che sono andati e hanno fondato nuove chiese, hanno fatto nuovi vescovi, e così in tutto il mondo in continuità; oggi tutti noi siamo in continuità con quel gruppo di Apostoli che ha ricevuto lo Spirito Santo e poi è andato in uscita a predicare. La Chiesa è inviata a portare a tutti gli uomini l’annuncio del Vangelo, accompagnandolo con i segni della tenerezza e della potenza di Dio. Anche questo deriva dall’evento della Pentecoste: è lo Spirito Santo, infatti, a superare ogni resistenza, a vincere la tentazione di chiudersi in sé stessi, tra pochi eletti, e di considerarsi gli unici destinatari della benedizione di Dio. Se un gruppo di cristiani pensasse di essere un gruppo di eletti, alla fine morirebbe, prima nell’anima e poi nel corpo perché non hanno vita, non sono capaci di generare vita in altra gente, altri popoli, non sono apostolici. Ed è proprio lo Spirito a condurci incontro ai fratelli, anche a quelli più distanti in ogni senso, perché possano condividere con noi l’amore, la pace, la gioia che il Signore Risorto ci ha lasciato in dono.
Che cosa comporta, per le nostre comunità e per ciascuno di noi, far parte di una Chiesa che è cattolica e apostolica? Anzitutto, significa prendersi a cuore la salvezza di tutta l’umanità, non sentirsi indifferenti o estranei di fronte alla sorte di tanti nostri fratelli, ma aperti e solidali verso di loro. Significa inoltre avere il senso della pienezza, della completezza, dell’armonia della vita cristiana, respingendo sempre le posizioni parziali, unilaterali, che ci chiudono in noi stessi.
Far parte della Chiesa apostolica vuol dire essere consapevoli che la nostra fede è ancorata all’annuncio e alla testimonianza degli stessi Apostoli di Gesù; è ancorata là, è una lunga catena che viene da là. E perciò sentirsi sempre inviati, sentirsi mandati, in comunione con i successori degli Apostoli, ad annunciare, con il cuore pieno di gioia, Cristo e il suo amore a tutta l’umanità.
Vorrei ricordare la vita eroica di tanti missionari e missionarie che hanno lasciato la loro patria per andare ad annunciare il Vangelo in altri paesi e in altri continenti. Mi diceva un cardinale brasiliano che lavora abbastanza nell’Amazzonia, che quando lui va in una città dell’Amazzonia, va sempre al cimitero e lì vede le tombe di questi missionari, sacerdoti, fratelli, suore, che sono andati a predicare il Vangelo, apostoli, e lui pensa che tutti quelli potrebbero essere canonizzati subito: hanno lasciato tutto per annunciare Gesù Cristo! Rendiamo grazie al Signore perché la nostra Chiesa ha tanti missionari, ha avuto tanti missionari e ne ha bisogno di più ancora! Ringraziamo il Signore di questo! Fra tanti giovani, ragazzi e ragaze che sono qui, se qualcuno ha la voglia di diventare missionario, vada avanti! È bello questo! Portare il Vangelo di Gesù! Che sia coraggioso e coraggiosa!
Chiediamo allora al Signore di rinnovare in noi il dono del suo Spirito, perché ogni comunità cristiana e ogni battezzato sia espressione della santa madre Chiesa cattolica e apostolica.
papa Francesco, udienza del 17 settembre 2014

978 - VERSO IL NUOVO ANNO PASTORALE

Anche questo nuovo anno si avvia sotto l’azione sapiente dello Spirito Santo, che già da ora invochiamo su tutta la comunità parrocchiale.
È un anno, allo stesso tempo, speciale, perché celebreremo il 50esimo della nostra chiesa parrocchiale, inaugurata al culto il 19 dicembre 1965 dal cardinal Colombo, arcivescovo di Milano. Dopo successive migrazioni, da una cappella a una baracca, finalmente il Signore prende dimora presso la nostra parrocchiale e da quel giorno la comunità si ritrova a pregare e celebrare insieme il nostro Dio nella chiesa di S. Gerolamo Emiliani.
È una importante ricorrenza, che noi anticiperemo con un anno di eventi e celebrazioni, in chiesa, in oratorio e nel quartiere stesso.
In sintonia poi con la proposta pastorale 2013/14 “Il campo è il mondo” e con la recente nota pastorale del nostro vescovo “La comunità educante”, la proposta di quest’anno, dal titolo “I mondi
vitali - Verso la Comunità educante”, ci propone di riflettere sul servizio educativo a partire dai diversi ambiti di vita nei quali sono immersi i nostri ragazzi. In particolare analizzeremo tre mondi vitali: la famiglia, la scuola e il tempo libero.
Questi sono già alcuni punti fondamentali che quest’anno ci mobiliteranno tutti a dare un impulso forte alla nostra fede, al nostro senso di appartenenza alla comunità, alla continua ricerca di una
risposta positiva alla continua chiamata di Dio ad essere fedeli discepoli di Cristo.
Molte altre proposte ed eventi importanti ci verranno donati in questo anno nuovo: sta a noi accoglierli e farle diventare momenti di gioia e di vera comunione fraterna.
Il Signore Dio ci accompagni con la sua misericordia in questo nuovo cammino.
Buon anno pastorale!!!
Il parroco, Padre Luigi

sabato 13 settembre 2014

977- FESTA DELLA ESALTAZIONE DELLA CROCE

La croce è gloria ed esaltazione di Cristo
Noi celebriamo la festa della santa croce, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. Celebriamo la festa della santa croce, e così, insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi. Infatti ci distac-chiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze. È tale e tanta la ricchezza della croce che chi la possiede ha un vero tesoro. E la chiamo giustamente così, perché di nome e di fatto è il più prezioso di tutti i beni. È in essa che risiede tutta la nostra salvezza. Essa è il mezzo e la via per il ritorno allo stato originale.
Se infatti non ci fosse la croce, non ci sarebbe nemmeno Cristo crocifisso. Se non ci fosse la croce, la Vita non sa-rebbe stata affissa al legno. Se poi la Vita non fosse stata inchiodata al legno, dal suo fianco non sarebbero sgorgate quelle sorgenti di immortalità, sangue e acqua, che purificano il mondo. La sentenza di condanna scritta per il nostro peccato non sarebbe stata lacerata, noi non avremmo avuto la libertà, non potremmo godere dell'albero della vita, il paradiso non sarebbe stato aperto per noi. Se non ci fosse la croce, la morte non sarebbe stata vinta, l'inferno non sarebbe stato spogliato. È dunque la croce una risorsa veramente stupenda e impareggiabile, perché, per suo mezzo, abbiamo conseguito molti beni, tanto più numerosi quanto più grande ne è il merito, dovuto però in massima parte ai miracoli e alla passione del Cristo.
È preziosa poi la croce perché è insieme patibolo e trofeo di Dio. Patibolo per la sua volontaria morte su di essa. Trofeo perché con essa fu vinto il diavolo e col diavolo fu sconfitta la morte. Inoltre la potenza dell'inferno venne fiaccata, e così la croce è diventata la salvezza comune di tutto l'universo. La croce è gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la sintesi completa della sua passione. Per convin-certi che la croce è la gloria di Cristo, senti quello che egli dice: «Ora il figlio dell'uomo è stato glorificato e anche Dio è sta-to glorificato in lui, e subito lo glorificherà » (Gv 13,31-32).
E di nuovo: «Glorificami, Padre, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17,5). E ancora: «Padre glorifica il tuo nome. Venne dunque una voce dal cielo: L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò» (Gv 12,28), per indicare quella glorificazione che fu conseguita allora sulla croce. Che poi la croce sia anche esaltazione di Cri-sto, ascolta ciò che egli stesso dice: «Quando sarò esaltato, allora attirerò tutti a me» (Gv 12,32). Vedi dunque che la croce è gloria ed esaltazione di Cristo.
Dai «Discorsi» di Sant’Andrea di Creta, vescovo (660-740)

domenica 7 settembre 2014

976 - NATIVITA' DELLA VERGINE MARIA

La celebrazione della Natività di Maria, come le principali festività mariane, è di origine orientale. In Occidente fu istituita nel VII secolo da papa Sergio I, che infatti era di famiglia originaria di Antiochia di Siria, benché nato a Palermo.
Sergio I "importò" in Occidente anche la celebrazione della Dormizione (poi mutata in Assunzione, il 15 agosto). In quell'epoca le altre due feste mariane erano la Purificazione (ora chiamata Presentazione del Signore e celebrata il 2 febbraio) e l'Annunciazione (25 marzo, che però è più corretto definire "Festa del Signore").
La datazione iniziale della celebrazione si fa risalire alla consacrazione della chiesa dedicata a Sant'Anna, la madre di Maria, a Gerusalemme.
Ciò che è da sottolineare è la quasi unicità della celebrazione della nascita terrena, della "venuta al mondo" e non della "nascita al cielo", cioè della morte terrena; la Chiesa riserva questa attenzione particolare solo alla Beata Vergine Maria e a Giovanni Battista, unico fra i Santi (oltre naturalmente al Natale di Gesù).
Maria è stata scelta dal Signore per diventare la Madre di Gesù Cristo, il Dio fatto Uomo. Era inevitabile che per la Chiesa la persona e l'esistenza di Maria fossero improntate a questa chiamata eccezionale e che quindi noi guardiamo alla Sua nascita con grande venerazione, anche se la data effettiva di questo evento non ci è nota.
Per le notizie "storiche" sulla nascita di Maria dobbiamo infatti affidarci ai vangeli apocrifi perché i testi biblici canonici non ne parlano.
I genitori furono Anna e Gioacchino (Santi, ricordati il 26 luglio); Gioacchino era un uomo virtuoso e ricco, della tribù di Giuda e della stirpe di Davide. Dalla loro unione non nacquero figli per molti anni a causa della sterilità di lui, cosa che gli costò grande umiliazione tanto che si ritirò nel deserto.
Ne tornò perché - come si racconta - un angelo apparve ad Anna preavvisandole la gravidanza ed apparve a Gioacchino che tornò a Gerusalemme. I due sposi si incontrarono alla Porta Aurea e nel loro bacio gli autori medievali vollero riconoscere il momento dell'Immacolata Concezione di Maria.
Secondo la tradizione la casa di Anna e Gioacchino - dove Maria nacque e crebbe - si trovava a Gerusalemme vicino alla Porta dei Leoni, presso i resti della piscina di Bethesda (o piscina Probatica). Ora vi sorge la chiesa dedicata a Sant'Anna.