Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

mercoledì 17 settembre 2014

979 - LA CHIESA E' MISSIONARIA

Quando professiamo la nostra fede, noi affermiamo che la Chiesa è “cattolica” e “apostolica”. Ma qual è effettivamente il significato di queste parole, di queste due note caratteristiche della Chiesa? E che valore hanno per le comunità cristiane e per ciascuno di noi?
Cattolica significa universale. Una definizione completa e chiara ci è offerta da uno dei Padri della Chiesa, dei primi secoli, san Cirillo di Gerusalemme, quando afferma: «La Chiesa senza dubbio è detta cattolica, cioè universale, per il fatto che è diffusa ovunque dall’uno all’altro dei confini della terra; e perché universalmente e senza defezione insegna tutte le verità che devono giungere a conoscenza degli uomini, sia riguardo alle cose celesti, che alle terrestri».
Un segno evidente della cattolicità della Chiesa è che essa parla tutte le lingue. E questo non è altro che l’effetto della Pentecoste: è lo Spirito Santo, infatti, che ha messo in grado gli Apostoli e la Chiesa intera di far risuonare a tutti, fino ai confini della terra, la Bella Notizia della salvezza e dell’amore di Dio. La Chiesa così è nata cattolica, cioè “sinfonica” fin dalle origini, e non può che essere cattolica, proiettata all’evangelizzazione e all’incontro con tutti. La Parola di Dio oggi si legge in tutte lingue, tutti hanno il Vangelo nella propria lingua per leggerlo e torno sullo stesso, sempre buono prendere con noi un Vangelo piccolo per portarlo in tasca, nella borsa e durante la giornata leggerne un passo, questo ci fa bene. Il Vangelo è diffuso in tutte le lingue perché la Chiesa, l’annunzio di Gesù Cristo Redentore, è in tutto il mondo. Ed è per questo che si dice che la Chiesa è cattolica, perché è universale.
Se la Chiesa è nata cattolica, vuol dire che è nata «in uscita», che è nata missionaria. Se gli Apostoli fossero rimasti nel Cenacolo senza uscire per predicare il Vangelo, la Chiesa sarebbe soltanto la Chiesa di quel popolo, di quella città, di quel Cenacolo. Tutti invece sono usciti per il mondo dal momento della nascita della Chiesa, dal momento che è venuto lo Spirito Santo e per questo la Chiesa è nata in uscita, cioè missionaria. È quello che esprimiamo qualificandola apostolica perché l’Apostolo è quello che porta la Buona Notizia della Resurrezione di Gesù. Questo termine ci ricorda che la Chiesa, sul fondamento degli Apostoli e in continuità con essi – sono gli Apostoli che sono andati e hanno fondato nuove chiese, hanno fatto nuovi vescovi, e così in tutto il mondo in continuità; oggi tutti noi siamo in continuità con quel gruppo di Apostoli che ha ricevuto lo Spirito Santo e poi è andato in uscita a predicare. La Chiesa è inviata a portare a tutti gli uomini l’annuncio del Vangelo, accompagnandolo con i segni della tenerezza e della potenza di Dio. Anche questo deriva dall’evento della Pentecoste: è lo Spirito Santo, infatti, a superare ogni resistenza, a vincere la tentazione di chiudersi in sé stessi, tra pochi eletti, e di considerarsi gli unici destinatari della benedizione di Dio. Se un gruppo di cristiani pensasse di essere un gruppo di eletti, alla fine morirebbe, prima nell’anima e poi nel corpo perché non hanno vita, non sono capaci di generare vita in altra gente, altri popoli, non sono apostolici. Ed è proprio lo Spirito a condurci incontro ai fratelli, anche a quelli più distanti in ogni senso, perché possano condividere con noi l’amore, la pace, la gioia che il Signore Risorto ci ha lasciato in dono.
Che cosa comporta, per le nostre comunità e per ciascuno di noi, far parte di una Chiesa che è cattolica e apostolica? Anzitutto, significa prendersi a cuore la salvezza di tutta l’umanità, non sentirsi indifferenti o estranei di fronte alla sorte di tanti nostri fratelli, ma aperti e solidali verso di loro. Significa inoltre avere il senso della pienezza, della completezza, dell’armonia della vita cristiana, respingendo sempre le posizioni parziali, unilaterali, che ci chiudono in noi stessi.
Far parte della Chiesa apostolica vuol dire essere consapevoli che la nostra fede è ancorata all’annuncio e alla testimonianza degli stessi Apostoli di Gesù; è ancorata là, è una lunga catena che viene da là. E perciò sentirsi sempre inviati, sentirsi mandati, in comunione con i successori degli Apostoli, ad annunciare, con il cuore pieno di gioia, Cristo e il suo amore a tutta l’umanità.
Vorrei ricordare la vita eroica di tanti missionari e missionarie che hanno lasciato la loro patria per andare ad annunciare il Vangelo in altri paesi e in altri continenti. Mi diceva un cardinale brasiliano che lavora abbastanza nell’Amazzonia, che quando lui va in una città dell’Amazzonia, va sempre al cimitero e lì vede le tombe di questi missionari, sacerdoti, fratelli, suore, che sono andati a predicare il Vangelo, apostoli, e lui pensa che tutti quelli potrebbero essere canonizzati subito: hanno lasciato tutto per annunciare Gesù Cristo! Rendiamo grazie al Signore perché la nostra Chiesa ha tanti missionari, ha avuto tanti missionari e ne ha bisogno di più ancora! Ringraziamo il Signore di questo! Fra tanti giovani, ragazzi e ragaze che sono qui, se qualcuno ha la voglia di diventare missionario, vada avanti! È bello questo! Portare il Vangelo di Gesù! Che sia coraggioso e coraggiosa!
Chiediamo allora al Signore di rinnovare in noi il dono del suo Spirito, perché ogni comunità cristiana e ogni battezzato sia espressione della santa madre Chiesa cattolica e apostolica.
papa Francesco, udienza del 17 settembre 2014