Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

martedì 14 luglio 2015

1084 - E' DIO IL VERO CIBO

 
Expo 2015. Gli occhi di tutti sono puntati verso il mondo dell'alimentazione. Più di 140 Paesi e organizzazioni internazionali si confrontano sul tema del cibo, mostrando le loro innovazioni e le loro scoperte. Scrittori, sportivi, filosofi, personaggi dello spettacolo, attori, creativi, architetti, designer, chef, musicisti, cantanti, registi, confluiscono da ogni parte del mondo, ciascuno nel ruolo di testimoniai d'eccezione.
In questo grandioso evento vi è però un grande assente: nessuno ha infatti pensato di dedicare un padiglione all'Eucaristia, il cibo più antico e diffuso nel mondo occidentale. Cibo non solo per il corpo, ma anche per lo spirito. Eppure, proprio l'Europa e l'Italia debbono le loro radici e i loro valori fondanti a questo Dio che si è fatto cibo.
Il nostro Paese ha scelto come tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita"; e cosa ha più nutrito il pianeta e fornito energia per la vita se non l'Eucaristia?
Il padiglione italiano ha forme che richiamano quelle di un albero, rami e radici che si estendono in architetture aggrovigliate ed esteticamente avvolgenti, perché, dicono gli organizzatori, "l'albero è il simbolo della vita". E su questo siamo pienamente d'accordo, ma qual era nell'Eden l'Albero della Vita? Un Dio che si fa frutto, un Dio che collega ogni azione dell'uomo proprio al cibo. Un Dio che educa i suoi primi figli a offrire come sacrificio ciò con cui egli stesso li nutriva, donando loro i prodotti della terra e gli animali del pascolo. Un Dio che accompagna l'esodo del suo popolo fornendogli, anche nel deserto, acqua, carne, manna. Un Dio che a sua volta s'incarna nascendo in una mangiatoia, come a dire fin dall'inizio: "ecco, sono qua, mangiatemi!". Anche se questo sarà chiaro solo nell'ultima sua cena: «Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo». Un Dio che prepara un banchetto per il figliol prodigo, attendendo ad esso ciascuno di noi, per trasformarci da consumatori di ghiande per porci in suoi eletti commensali. Un Dio che moltiplica i pani e i pesci senza necessità di tecniche OGM, sfamando la gente col vero cibo della sua parola, perché «non di solo pane vive l'uomo». Un Dio che riempie le reti della nostra pesca senza impoverire i mari come facciamo noi. Un Dio che, pur torturato e messo a morte, si fa trovare di nuovo vivo sulla riva, col fuoco acceso, a preparare un pesce arrostito per un gruppo di sbigottiti apostoli. Un Dio che infonde speranza, promettendo un banchetto eterno a chi lo segue, e fornendone già una quotidiana anticipazione a chi crede che «chi mangia di questo pane vivrà per sempre».
È questo dunque il vero cibo, l'unico vero cibo, nutrimento del corpo e dell'anima, nascosto nei tabernacoli, nascosto nelle specie del pane e del vino per non accecare con la sua potenza, nascosto dal mondo, dalle nazioni, dall'Expo, dove milioni di visitatori ciechi tentano di risolvere i bisogni del pianeta senza intuire il proprio. Cercano di sfamare senza sfamarsi. Di salvare senza salvarsi. Ma «senza di Me non potete far nulla».
La scienza e l'economia globale, senza la preghiera, non sfameranno i popoli, se non attraverso quel «dacci oggi il nostro pane quotidiano».
O, nella migliore delle ipotesi, genereranno un mondo sazio, ma divorato da un'altra fame. Infatti, anche laddove il cibo non manca, si sta moltiplicando la disperazione. E crescono i casi di bulimia e anoressia. Persone in cui il rapporto con il cibo è stato distrutto. Ma prima ancora è stato in loro distrutto il rapporto con la vita. Una piaga che si sta diffondendo moltissimo tra giovani, mentre i genitori non sanno più come salvarli. È il corpo che mangia se stesso, che si nutre dei propri muscoli, finché non vengono intaccati gli organi vitali. Ospedali e psicologi non trovano le cure. Le cause dell'anoressia non sono ancora note, tuttora brancoliamo nel buio, affermano gli esperti. E ai genitori di una ragazza che sminuzza la buccia di una mela in frammenti sempre più piccoli e a cui sono rimaste solo le ossa e pochi giorni da vivere, sanno solamente dire: "Ha perso i gusto della vita".
Anche Elia, ugualmente desideroso di morire, si sentì dire: «Su, mangia!». Ma «con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio» (1Re 19,4-8).
(Stefano Biavaschi)