Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog
lunedì 30 maggio 2011
547 - ... PREGA PER NOI ...
venerdì 27 maggio 2011
546 - LA SESTA DOMENICA DI PASQUA
545 - ... PREGA PER NOI ...
mercoledì 25 maggio 2011
544 - PREGA PER NOI …
lunedì 23 maggio 2011
543 - FESTA DI MARIA AUSILIATRICE
domenica 22 maggio 2011
542 - QUALUNQUE COSA RECHI QUESTO GIORNO
Aiutami a pregare
e a raccogliere i miei pensieri su di te;
da solo non sono capace.
C'è buio in me,
in Te invece c'è luce;
sono solo, ma tu non m'abbandoni;
non ho coraggio, ma Tu mi sei d'aiuto;
sono inquieto, ma in Te c'è la pace;
c'è amarezza in me, in Te pazienza;
non capisco le tue vie,
ma tu sai qual è la mia strada.
Padre del cielo,
siano lode e grazie a Te
per la quiete della notte,
siano lode e grazie a Te
per il nuovo giorno.
Signore,
qualunque cosa rechi questo giorno,
il tuo nome sia lodato! Amen.
venerdì 20 maggio 2011
541 - V DOMENICA DI PASQUA
mercoledì 18 maggio 2011
540 - “AVE MARIS STELLA”
venerdì 13 maggio 2011
539 - QUARTA DOMENICA DI PASQUA
538 - EUCARESTIA E VITA
rende eterna, poiché realizza la logica del grano. Se vuole generare vita nuova, esso deve sacrificarsi e morire. Ma questa morte non significa perdita, come temiamo. E’ guadagno. E’ la maniera per garantire la perpetuità della vita. L’esistenza di Gesù è stata una “esistenza per’, un dono continuo agli altri.
Non solo nell’ultima cena, ma in tutti i momenti della sua vita. I vangeli sono pieni di esempi di amore, di solidarietà e di servizio agli altri, ai malati e ai peccatori. E’Giovanni che riassume il senso del servizio di Gesù: «se qualcuno viene a me, io non lo respingerò» (Gv 6,37). Accoglie tutti e sta in mezzo a noi come chi serve. Ora nell’ultima cena radicalizza il suo dono. Egli si dona nella forma materiale del pane e del vino per poter essere nell’intimità di chi riceve tali alimenti. Questa vita è vita divina. Per essere divina è vita eterna, è parte del Regno presente, inaugurazione del nuovo cielo e della nuova terra. L’ultima cena ha anche la caratteristica di un ricordo e di un’alleanza. Deve sempre ricordarci il legame indefettibile che Gesù ha stabilito tra lui e l’essere umano, un legame di amore eterno. Possiamo peccare e tradire, ma questo legame non si spezza mai, poiché è suggellato con il suo sangue e con la sua vita sacrificata.Se l’eucarestia esprime il dono totale di Gesù, allora, si comunica degnamente e autenticamente solo chi fa anche della sua vita un dono verso gli altri. Egli non ha donato la vita né sparso il sangue in maniera rituale. Egli lo ha fatto veramente. Per questo l’eucarestia non inizia né finisce nella celebrazione del rito. Esige una prassi di servizio e di costruzione di un’alleanza di fraternità tra gli esseri umani e di venerazione e rispetto verso tutti gli esseri della creazione.
sabato 7 maggio 2011
537 - LA TERZA DOMENICA DI PASQUA
In una parola viene qui detto che, in Gesù, Dio offre al mondo la pienezza del perdono e della riconciliazione che una volta era profeticamente annunciata nell’offerta dei “sacrifici” di animali inconsapevoli, automaticamente e definitivamente aboliti.
Egli, perciò, venendo in questo mondo non solo, toglie di mezzo la moltitudine dei peccati che estraniano l’uomo dal suo vitale rapporto con Dio, ma toglie di mezzo il potere stesso esercitato dal peccato su di essi e stabilendo “nel suo sangue” un’alleanza nuova con Dio.
La catechesi cristiana delle origini ha sviluppato quanto appena detto mostrando come l’immagine biblica dell’agnello è stata portata a compimento da Gesù nella sua Pasqua di morte e di risurrezione e il cui sangue, a differenza di quello di “capri e di vitelli”, è in grado di purificare «la nostra coscienza dalle opere morte, perché serviamo al Dio vivente» (Epistola: Ebrei 9,14).
Gesù è in grado di compiere tutto ciò perché, come afferma il Battista: «è avanti a me, perché era prima di me» (v. 30), confessando così, la preesistenza di Gesù che nel prologo del Vangelo abbiamo imparato a identificare nel Verbo eterno che Dio manda nel mondo per compiere l'opera di salvezza. A lui, dunque, è orientata l’intera attività del Battista, che consiste nel preparare il popolo a rivolgersi e ad accogliere Gesù come l’inviato di Dio (v. 31), ovvero, come chiarisce l’apostolo Paolo: «Giovanni battezzò con un battesimo di conversione, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù» (Lettura: Atti degli Apostoli 19,4).
La seconda parte del brano (vv. 32-34) è occupata dalla “testimonianza” che Giovanni Battista dà a Gesù, una testimonianza che procede da quanto lui stesso “ha visto”, s'intende, nel momento del suo battesimo: «Ho contemplato lo Spirito discendere dal cielo e rimanere su di lui» (v. 32).
Proprio la “contemplazione” dello Spirito Santo che si posa stabilmente su Gesù permette al Battista di riconoscerlo quale Messia sul quale, stando alla parola dei profeti, si sarebbe posato lo Spirito del Signore (cfr. Isaia 11,2). Egli inoltre capisce che Gesù, portatore dello Spirito, «è lui che battezza nello Spirito Santo» (v. 33) per la più profonda trasformazione dell'uomo che il battesimo “nell’acqua” poteva soltanto preparare e in qualche modo anticipare.
La Lettura presa dagli Atti degli Apostoli mostra nell’attività missionaria di san Paolo come la Chiesa delle origini ha da subito praticato il “battesimo nello Spirito” inaugurato dal Signore Gesù perché anche sui credenti si posasse stabilmente lo Spirito Santo, non solo per il perdono dei peccati, ma per la loro trasformazione profonda in Cristo e divenire partecipi in lui della sua missione profetica e di universale evangelizzazione.
L'affermazione conclusiva: «E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio» rappresenta il vertice della testimonianza resa dal Battista a Gesù sulla base di ciò che lui stesso ha visto e contemplato, testimonianza che deve essere quella di tutti coloro che, avendo creduto, sono stati immersi nello Spirito del Risorto.
La partecipazione all’Eucaristia, mentre ci inserisce sempre di più nell’alleanza, ovvero nella comunione con la vita divina, inaugurata nel sangue dell’Agnello, ci invita a tornare al fonte battesimale, nostra prima immersione nello Spirito del Signore Gesù, per contemplare con rinnovato stupore le meraviglie di cui siamo stati fatti partecipi e che la preghiera liturgica così traduce: «Dalla terra lo avevi formato, ma rigenerandolo nel battesimo gli hai infuso una vita che viene dal cielo. Da quando l’autore della morte è stato sconfitto per l’azione redentrice di Cristo, l’uomo ha conseguito il dono di un’esistenza immortale e, dispersa la nebbia dell’errore, ha ritrovato la via della verità» (Prefazio). (A. Fusi)
mercoledì 4 maggio 2011
536 - CRISTO CAMMINA CON NOI
Siamo lenti ad accorgerci di questa grande e sublime verità che cioè Cristo cammina ancora, in un certo senso, in mezzo a noi e, con la sua mano, il suo sguardo o la sua voce, ci fa cenno di seguirlo. Non capiamo che questa chiamata di Cristo si realizza ogni giorno, oggi come una volta. Siamo al punto de credere che questo era vero al tempo degli apostoli, ma oggi non lo crediamo vero nei nostri confronti, non siamo attenti a riconoscerlo rivolto a noi. Non abbiamo più occhi per vedere il Maestro – ben diversi in questo dell'apostolo diletto che ha riconosciuto Cristo, anche quando tutti gli altri discepoli non lo riconoscevano. Frattanto, egli stava sulla riva; era dopo la sua risurrezione, quando ordinava di gettare la rete nel mare; allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!»
Voglio dire questo: Gli uomini che conducono una vita di credenti scorgono, di tanto in tanto, delle verità che non avevano viste prima, o sulle quali la loro attenzione non si era mai posata. E subito, esse si ergono davanti a loro come una chiamata inalienabile. Ora, si tratta di verità che impegnano il nostro dovere, che prendono il valore di precetti, e chiedono l'obbedienza. In questo modo, o in altri ancora, Cristo ci chiama ora. Non c'è nulla di miracoloso né di straordinario in questo modo di fare. Egli agisce tramite le nostre facoltà naturali e per mezzo delle circostanze stesse della vita. (Beato John Henry Newman (1801-1890), sacerdote)
lunedì 2 maggio 2011
535 - APOSTOLATO DELLA PREGHIERA MAGGIO 2011
Generale: Perché quanti operano nei mezzi di comunicazione rispettino sempre la verità, la solidarietà e la dignità di ogni persona.
Missionaria: Perché il Signore doni alla Chiesa in Cina di perseverare nella fedeltà al Vangelo e di crescere nell'unità.
Il numero dei cattolici in Cina, secondo le stime correnti, è pari a poco più dell’uno per cento della popolazione. Dato che si tratta del paese più popoloso del mondo, anche se è una piccola percentuale, il numero dei cattolici è pur sempre significativo. Secondo i resoconti storici di cui disponiamo, l’annuncio del Vangelo della salvezza arrivò relativamente presto in Cina. Già nei secoli V e VI alcuni gruppi di monaci provenienti dalla Siria, attraversando l'Asia centrale, portarono in quelle terre il nome di Gesù. Ancora oggi viene conservata nella capitale Chang'an una stele che riassume, a partire dall'anno 635, quel momento storico che ha segnato l'ingresso ufficiale in Cina della "Religione luminosa".
Nel discorso che il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto l'8 novembre 2008 al nuovo Ambasciatore della Repubblica di Cina presso la Santa Sede, il Papa ha affermato: “È parte della missione della Chiesa condividere il suo essere ‘esperta in umanità’ con tutte le persone di buona volontà per contribuire al benessere della famiglia umana”. Pur riconoscendo che le popolazioni dell’Asia hanno "innato intuito spirituale" e una "saggezza morale" che facilita il dialogo inter-religioso, il Papa non dimentica di sottolineare che "anche in Cina la Chiesa è chiamata ad essere testimone di Cristo, a guardare in avanti con speranza e a misurarsi — nell'annuncio del Vangelo — con le nuove sfide che il Popolo cinese deve affrontare" (Benedetto XVI, Lettera ai vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica popolare cinese, 5 maggio 2007, n. 3).
In prossimità del Grande Giubileo dell'Anno 2000, il beato Giovanni Paolo II esortava i fedeli cattolici in Cina ad ispirare la loro vita alla "buona novella", in questo modo "l'autentica realizzazione del Vangelo nella vostra vita sarà una luminosa testimonianza a Cristo nel vostro ambiente. Pertanto voi tutti, fratelli e sorelle, siete chiamati ad annunciare il Vangelo di salvezza al Popolo cinese di oggi con rinnovato vigore” (Messaggio di Giovanni Paolo II ai cattolici in Cina, 8 dicembre 1999, n.5).
E nota la difficile situazione della Chiesa in Cina, che per molto tempo ha dovuto svolgere la sua missione in mezzo alle persecuzioni. Chiediamo a Dio per essa il dono della fedeltà, avendo cura allo stesso tempo di porre in atto tutti i mezzi utili a conservare il Vangelo di Cristo, senza tagli. Dobbiamo aumentare la nostra preghiera perché la Chiesa in Cina trovi la sua unità spirituale nella figura di Pietro, su cui Cristo ha scelto di costruire l'unica Chiesa. Papa Benedetto XVI ha ricordato che "il Papa, quando concede il mandato apostolico per l'ordinazione di un Vescovo, esercita la sua suprema autorità spirituale: autorità ed intervento, che rimangono nell'ambito strettamente religioso. Non si tratta quindi di un'autorità politica, che si intromette indebitamente negli affari interni di uno Stato e ne lede la sovranità" (Benedetto XVI, Lettera ai vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa cattolica nella Repubblica popolare cinese, 5 maggio 2007, n.9).
Un atteggiamento di perdono e di riconciliazione faciliterà la desiderata unità della Chiesa in Cina. È necessaria la grandezza del cuore, avere un cuore veramente cattolico, per creare un clima di comunione, di comprensione e di perdono che faciliti l'unità. Il Papa è convinto che "lo Spirito di Cristo, come ha aiutato le comunità a mantenere viva la fede in tempo di persecuzione, aiuterà oggi tutti i cattolici a crescere nell'unità" (ib. n.12).
Maria, dopo la risurrezione del suo Figlio, ha riunito in preghiera la Chiesa nascente in attesa della venuta dello Spirito. Preghiamo anche noi, uniti a Lei, che lo Spirito Santo conceda unità e fedeltà alla Chiesa di Dio in Cina.