Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 4 marzo 2016

1168 - LA DOMENICA DEL CIECO NATO

La domenica del cieco nato ci invita a riflettere sulla luce. Quando anticamente il Battesimo era celebrato nella notte di Pasqua, i battezzati venivano chiamati «illuminati»; nel linguaggio del Vangelo, e quindi in quello della fede, il tema della luce è fondamentale. La luce è Gesù: «Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Gesù è luce e gli «illuminati» diventano essi stessi luce. Vediamo come.
1. Tutto inizia con la grazia del Battesimo. «Gesù sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco».L’evangelista Giovanni ci dice che l’azione di Gesù ha un significato sacramentale: sta parlando del Battesimo. Questo è l’inizio della vita cristiana perché dona la grazia; e questo è dono libero di Dio. Il realismo con cui è descritta la guarigione del cieco ci dice che Dio interviene nella nostra vita con segni concreti; primi fra tutti i segni sacramentali. Questo fatto ha una grande importanza nel percorso di fede; ci dice, infatti, che Dio interviene nella storia concreta della mia vita: vedo e tocco, ascolto e parlo, mangio e leggo. All’origine della fede non c’è una rivelazione straordinaria, ma c’è un rito: un po’ d’acqua, olio, profumi, gesti con le dita. E la vita battesimale si nutre continuamente con altri gesti: il pane e il vino dell’Eucaristia, l’olio benedetto della consacrazione crismale, il segno di croce che sigilla il perdono dei peccati, l’amore umano offerto a Dio nel Matrimonio.
2. La libertà si mette in cammino. «Gesù gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di Siloe” – che significa Inviato». Gesù non si muove, resta fermo e manda. È il momento critico della fede: dopo i segni sacramentali pare che non succeda nulla; dopo la celebrazione eucaristica, per esempio, ho la sensazione che tutto sia come prima; il cieco è ancora tale e deve essere accompagnato alla piscina. In questi momenti la tentazione di pensare che la fede sia inutile è molto forte. In realtà questo passaggio difficile è indispensabile per la fede: per vedere gli“effetti” della fede devo muovermi e andare. È il tema della missione. Nell’Anno del Giubileo non basta pentirsi dei peccati, è necessario andare alla“piscina” e lavarsi. Gesù manda me e, finché non “vado in missione”, non lo posso vedere. Il cieco riacquista la vista e riconosce Gesù: «Quando Gesù lo trovò, gli disse: “ Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”. Egli rispose: “E chi è, Signore?”. Gli disse Gesù: “Lo hai visto: è colui che parla con te”. Ed egli disse: “Credo, Signore!”». Solo quando la fede è missionaria ci può essere l’incontro con Gesù.
3. Consigliare i dubbiosi. La missione più grande è quella che spende preghiere, tempo, pazienza e mitezza per accompagnare le persone all’incontro con Gesù. Oggi è diventato faticoso e difficile parlare della fede. Tanti cristiani non osano chiedere spiegazioni, fare domande, esprimere i propri dubbi. Consigliare i dubbiosi è un modo straordinario di vivere la fraternità. Scopro di aver fede quando la testimonio.
Commento di don Luigi Galli