Custodia Francescana di Terra Santa |
La Siria si trova coinvolta in un conflitto sempre più crudele, molti sono riusciti a fuggire, ma sono ancora tantissime le persone che abitano il paese. Le loro difficoltà si fanno ogni giorno più grandi: i continui attacchi stanno distruggendo tutto, non si trova più il pane, Aleppo e Damasco sono diventate delle città-fantasma, chi esce di casa per trovare qualcosa da mangiare a volte non torna più indietro…
Accanto alla popolazione.Sono 11 i frati rimasti a prendersi cura della popolazione.
Ecco le sedi principali: ad Aleppo, nel convento di Sant’Antonio di Padova, è rimasto padre Bassam con fra Edoardo, mentre ad Azizieh, poco distante, sopravvive la parrocchia latina sotto la responsabilità di padre Georges.
A Damasco, a custodire la cappella di Sant’Anania, c’è ancora padre Raimondo con un altro frate, di nome Atef. Ancora, nella capitale siriana, rimangono in vita due conventi, al memoriale san Paolo (dove è avvenuta la sua conversione) con il superiore padre Romualdo e a Salhieh, poco vicino, gestito da padre Giuseppe.
Sul mare il convento di Lattakiah, dove vivono 3 frati sotto la guida di padre Maroun.
E infine a Kanyeh, vicino al Libano, il convento di san Giuseppe è gestito da padre Hanna.
Il Custode di Terra Santa p. Pierbattista Pizzaballa ha dichiarato: “La questione siriana è delicatissima e i civili sono inermi davanti alla ferocia di quanto sta accadendo; la preghiera è uno strumento indispensabile ma è urgente sostenere la popolazione, sfiancata dal massacro, con un aiuto concreto”.
Fin dall’inizio della guerra in Siria, i frati hanno creato 4 centri di accoglienza, che danno da dormire a circa 200 persone, e provvedono ai bisogni primari (cibo, vestiti e medicine) di circa 400 persone ogni giorno. Ogni mese circa 50 famiglie vengono aiutate a cercare nuove case.
Il Custode di Terra Santa p. Pierbattista Pizzaballa ha dichiarato: “La questione siriana è delicatissima e i civili sono inermi davanti alla ferocia di quanto sta accadendo; la preghiera è uno strumento indispensabile ma è urgente sostenere la popolazione, sfiancata dal massacro, con un aiuto concreto”.
Fin dall’inizio della guerra in Siria, i frati hanno creato 4 centri di accoglienza, che danno da dormire a circa 200 persone, e provvedono ai bisogni primari (cibo, vestiti e medicine) di circa 400 persone ogni giorno. Ogni mese circa 50 famiglie vengono aiutate a cercare nuove case.