Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

venerdì 30 marzo 2012

668 - DOMENICA DELLE PALME. NELLA PASSIONE DEL SIGNORE

È la domenica che inaugura la settimana che la nostra tradizione liturgica ambrosiana chiama “autentica”, ovvero “santa”. In essa il cammino quaresimale viene coronato dalla celebrazione del Triduo pasquale della morte, sepoltura e risurrezione del Signore, che dispiega l’evento di salvezza che sta alla base della fede e della vita della Chiesa, vale a dire la Pasqua partecipata ai credenti nei sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia. In questa domenica sono previste due distinte celebrazioni: la Messa per la benedizione delle Palme e la processione e la Messa “nel giorno”.

Lettura del profeta Zaccaria (9,9-10)
Si tratta dell’oracolo messianico nel quale il profeta, in un contesto di esultanza e di grande gioia per Gerusalemme e, dunque, per tutto il popolo d’Israele, annunzia la venuta di un re che godrà della protezione divina e che, a differenza degli altri sovrani, si distinguerà per la sua umiltà, di cui è segno la cavalcatura da lui scelta: «un puledro figlio d’asina» (v. 9). Egli pacificherà e riunirà il popolo in un unico regno di pace che si estenderà ad abbracciare altri popoli e altre nazioni. Questa profezia, nella comprensione di fede della Chiesa, si è compiuta con l’ingresso di Gesù in Gerusalemme acclamato come Messia.

Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (1,15-20)
Il brano è una proclamazione di fede nel Signore Gesù e nel suo ruolo nella creazione di tutto ciò che esiste in cielo e in terra (vv. 15-17) e specialmente nella “nuova creazione”, quella del suo corpo, la Chiesa, che deve comprendere, nel progetto divino di salvezza, tutta la realtà esistente e che è stata riconciliata e pacificata «con il sangue della sua croce» (vv. 18-20). 

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (12,12-16).
Il brano segue immediatamente quello dell’unzione di Gesù in casa di Lazzaro, da lui risuscitato dai morti (Gv 12,1-11) e che viene proclamato nella “Messa del giorno”. I vv. 12-13 riportano l’iniziativa spontanea della folla presente in Gerusalemme per l’imminente festa di Pasqua che va incontro a Gesù recando non semplici fronde strappate a degli alberi ma palme, simbolo di vittoria, e, rifacendosi alle Scritture (cfr. Salmo 118,25-29), lo acclama quale inviato da Dio e re d’Israele.
I vv. 14-15 mettono in luce, con il gesto di Gesù di montare su un asinello, che egli è sì il re d’Israele, ma non come i re di questa terra. Anzi, con l’esplicita citazione del profeta Zaccaria (cfr Lettura) viene chiarito che egli è il re umile e pacifico destinato a governare non un solo popolo ma tutte le genti.
Il brano si chiude al v. 16 con l’indicazione preziosa anche per noi: sarà soltanto nell’ora della sua glorificazione, ovvero della Croce, che i discepoli di allora e di sempre saranno pienamente illuminati e potranno comprendere in pienezza le parole profetiche e i fatti riguardanti il Signore.
La preghiera liturgica commenta in modo insuperabile l’evento salvifico di cui oggi si fa memoria invitando i partecipanti alla celebrazione eucaristica a condividere con le folle di Gerusalemme i gesti e le parole pieni di fede nel Signore Gesù. Così, infatti, cantiamo durante la processione con le palme appena benedette: «Venite tutti ad adorare il Re dell’universo: sei giorni mancano alla sua passione: viene il Signore nella sua città, secondo le Scritture. Accorrono lieti i fanciulli, si stendono a terra i mantelli. In alto levando l’ulivo acclamiamo a gran voce: “Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto tu sei che vieni al tuo popolo: abbi di noi pietà”».
Dal canto suo il Prefazio che avvia la Preghiera eucaristica, cogliendo il senso spirituale dell’avvenimento evangelico dell’ingresso messianico del Signore, motiva così il rendere grazie che coinvolge «qui e in ogni luogo» la Chiesa: «Tu hai mandato in questo mondo Gesù, tuo Figlio, a salvarci perché, abbassandosi fino a noi e condividendo il dolore umano, risollevasse fino a te la nostra vita».
A.Fusi