La presente solennità ci riporta ancora una volta nel cuore
della rivelazione di Dio e dell’inaccessibile mistero del suo Volto offerto al
mondo dal suo Verbo invisibile venuto tra noi come uomo, come uno di noi,
Cristo Gesù, il Crocifisso, Risorto, costituito “Signore”.Egli, una volta
ritornato a Dio, dal quale era venuto, ha dato alla comunità dei credenti lo
Spirito Santo che gli rende testimonianza (Vangelo: Giovanni 15,26).
Lo Spirito Santo apre infatti l’intelligenza e il cuore dei
discepoli alla comprensione del mistero del Figlio, della sua parola di
rivelatore unico di Dio e delle sue opere che attestano la sua origine da Dio,
da lui chiamato Padre! Di questa intelligenza abbiamo bisogno perché l’uomo che
vive «secondo la carne» (Epistola: Romani 8,5), basandosi cioè su di sé, non è
in grado di comprendere e, dunque, di aderire con fede a quanto gli viene
rivelato di Dio e del suo mistero.
Perciò, illuminati dallo Spirito che ci è stato donato,
confessiamo integralmente la nostra fede che così si esprime nel cuore della
celebrazione eucaristica: «Tu (Dio Padre) con il tuo unico Figlio e con lo
Spirito Santo sei un solo Dio e un solo Signore, non nell’unità di una sola
persona, ma nella Trinità di una sola sostanza. Quanto hai rivelato della tua
gloria, noi lo crediamo e, con la stessa fede, senza differenze lo affermiamo
del tuo unico Figlio e dello Spirito Santo.
Nel proclamare te Dio vero ed eterno noi adoriamo la Trinità
delle Persone, l’unità della natura, l’uguaglianza nella maestà divina»
(Prefazio). Lo stesso Spirito che ci illumina con l’intelligenza della fede,
apre i nostri cuori all’indicibile: il Dio tre volte santo, invisibile,
inaccessibile, il cui volto nessuno può vedere (Cfr. Lettura: Esodo 34,5),
impenetrabile nel mistero della sua vita divina e che «gli angeli e gli
arcangeli non cessano di esaltare», è il Dio «misericordioso e pietoso, lento
all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille
generazioni» (Esodo 34,6-7).
Il Dio che nel suo unico Figlio e nella grazia del suo Santo
Spirito non solo ci libera dal potere del male, ma ci chiama a partecipare alla
sua stessa Vita, rendendo continuamente tutto ciò alla nostra portata nella
celebrazione della Morte e della Risurrezione del suo Unico Figlio,
manifestazione suprema di lui «che è amore». In tutta verità, perciò, diciamo:
«Sia lode al Padre che regna nei cieli e al Figlio che è sovrano con lui;
cantino gloria allo Spirito Santo tutte le creature beate» (Canto Dopo il
Vangelo).
A. Fusi