Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 9 giugno 2012

697 - II DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Il brano del Vangelo di Luca (12,22-31) è preso da una serie di insegnamenti impartiti da Gesù, in viaggio verso Gerusalemme, ai suoi discepoli. Questi sono esortati a confidare nella provvidenza divina senza farsi travolgere dall’affanno per le cose ritenute indispensabili per l’esistenza terrena (vv. 22-23). A sostegno della sua esortazione Gesù porta alcuni esempi presi dalla natura. Il primo attira l’attenzione sui corvi, ritenuti dalla legge ebraica animali impuri e per i quali Dio stesso provvede il cibo (vv. 24-26). Il secondo esempio è preso dal mondo agricolo ed esalta l’inarrivabile bellezza dei gigli, così belli che «neanche Salomone, con tutta la sua gloria vestiva come uno di loro» (v. 27). L’insegnamento del Signore si conclude con la constatazione che Dio si prende cura di ogni sua creatura e, a maggior ragione, dell’uomo fatto a sua immagine e somiglianza (vv. 24 e 28) e con l’esortazione a impegnarsi, sopra ogni cosa, nel conseguimento del Regno di Dio che è già presente nel mondo proprio nella persona di Gesù.
Le parole del Signore che ascoltiamo nella pagina evangelica sono anzitutto un canto e un’esaltazione della bellezza e della grandezza inesprimibile di Dio che brilla nella creazione a partire dall’umile erba del campo, tra la quale spicca l’incomparabile bellezza del giglio che nemmeno il re Salomone «con tutta la sua gloria» poteva in nessun modo eguagliare (Vangelo: Luca 12,27). Con la bellezza il Signore Gesù esalta la “sapienza organizzativa” e la premura con la quale Dio si prende cura della sua opera: procurando il cibo ai corvi e agli uccelli del cielo! (v. 24).
La stessa sapienza del popolo dell’antica alleanza aveva già guardato all’intera creazione come a opera propria di Dio, con ciò prendendo le distanze dal pensiero dei popoli vicini che attribuivano a essa la consistenza della natura divina.
La stessa sapienza aveva già espresso la più profonda meraviglia per l’ordine impresso da Dio al creato, così che «nessuna di loro urta la sua vicina» (Lettura: Siracide 16,28), in opposizione al pensiero degli empi ancora oggi diffuso che tutto è come dovuto al... caso!
È lecito, pertanto, vedere nella creazione la prima grande rivelazione di Dio, che si presenta come un Dio grande, magnanimo, generoso e soprattutto attento e premuroso verso ogni sua creatura che, a un occhio superficiale, può apparire come insignificante.
Davvero la creazione è una traccia autentica che Dio ha posto e continuamente pone per risalire fino a lui. È ciò che sostiene con forza l’Apostolo Paolo quando afferma che «le perfezioni invisibili (di Dio), ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute» (Epistola: Romani 1,20), dichiarando, perciò, inescusabili davanti a Dio i pagani i quali, «pur avendo conosciuto Dio» attraverso le sue opere, «non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio» (v. 21).
Sotto l’azione dello Spirito, riconosciamo, dunque, che il creato è opera sapiente e intelligente di Dio, respingendo una certa visione di esso che tende alla sua divinizzazione riproponendo, in forme subdole e vane, un nostalgico ritorno al panteismo. Riconosciamo, inoltre, nel creato una possibilità certa di risalire a Dio inteso come provvidenza per tutte le sue creature respingendo quella mentalità negativa, pure oggi diffusa, per la quale l’universo, la terra e in essa l’umanità, sono di fatto lasciati a sé stessi e, quindi, alla deriva.
Per tutto questo nel cuore della celebrazione eucaristica rendiamo grazie a Dio che proclamiamo «Signore, Padre Santo, Onnipotente ed Eterno» essenzialmente «per Cristo nostro Signore». Egli, infatti, nella sua Incarnazione, Morte e Risurrezione ha portato a compimento in modo pieno e definitivo la rivelazione di Dio che ha il suo esordio autentico nella creazione. La preghiera liturgica sintetizza il messaggio oggi trasmesso dalle divine Scritture facendoci così rivolgere a Dio: «Tu hai creato il mondo nella varietà dei suoi elementi, hai disposto l’avvicendarsi dei tempi e delle stagioni e all’uomo, fatto a tua immagine, hai affidato le meraviglie dell’universo perché, fedele interprete dei tuoi disegni, esercitasse il dominio su ogni creatura e nelle tue opere glorificasse te, Creatore e Padre, per Cristo nostro Signore» ( Prefazio). 
A. Fusi