Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

domenica 1 novembre 2015

1121 - COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

Il giorno successivo alla festa dei Santi e delle Sante è il giorno che la Chiesa cattolica dedica alla commemorazione di tutti i defunti. Le due memorie sono logiche e connesse. Il mistero della santità che ieri abbiamo assaporato oggi viene esteso a tutti i defunti che noi vogliamo ancora affidare alla paternità di Dio e nello stesso tempo vogliamo pregare perché siano essi ad intercedere per noi che restiamo ancora pellegrini in cammino verso la Santa Gerusalemme. La commemorazione ha origini antiche e si perdono nella notte dei tempi. Il culto dei morti è la prima forma di religione primitiva che in epoca romana assume la forma del culto dei Lari1, dopo essere passati attraverso l’Ade dei Greci e il mondo dell’aldilà della cultura dell’Egitto dei Faraoni. 
La commemorazione dei defunti sopravvive alle epoche e ai culti, all’ateismo e all’indifferentismo: dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, dal Messico alla Cina, dalla notte dei tempi ai nostri giorni in questi giorni i cimiteri diventano luoghi di mesto pellegrinaggio, di visite alle tombe, ovunque con un solo obiettivo: consolare in qualche modo le anime dei defunti perché proteggano al vita dei viventi sulla terra. Con il passare del tempo questa ricorrenza come sempre diventò un momento pagano, senza alcun riferimento religioso, espressione di esorcismo delle paure che il lungo inverno con il suo messaggio di morte porta con sé. I defunti non sono più a-mici e protettore, ma pericolo e spiriti maligni. La tradizione celtica esprime questa realtà per cui la ricorrenza oggi restaurata di
Halloween (che in origine era Hallowmass: Santificazione/Messa in onore dei Santi), oggi è diventata un espediente economico che sfrutta le paure ancestrali a scapito di una riflessione seria e spirituale sulla morte e sulla vita. In memoria dei morti e per spaventarli ci si mascherava da santi, da angeli e diavoli con maschere ricavate da zucche essiccate o svuotate per esorcizzare la paura accendendo grandi falò che illuminavano la notte e sconfiggevano il buio.
Di fronte a questa degenerazione la Chiesa reagì con l’istituzione della solennità di Tutti Santi istituita da papa Bonifacio IV il 13 maggio del 610 per celebrare la memoria dei cristiani ammazzati per la fede. Nel 835 Papa Gregorio III (731-741) spostò la ricorrenza dal 13 maggio al 1 novembre, pensando in questo modo di dare un nuovo significato alla ricorrenza ormai divenuta pagana. Nel 998 Odilone abate di Cluny nel 1048 aggiungeva al calendario cristiano il 2 novembre come data per commemorare i defunti. La possibilità concessa ad ogni prete di celebrare in questo giorno tre messe, nel 1748 era riservata alla Spagna fino al 1915 quando Benedetto XV la estese a tutta la Chiesa universale. 
La morte per i cristiani è il compimento supremo della vita, la chiave di lettura dal punto di vista finale di tutta la nostra esistenza. Imparare a vivere la vita guardandola dal punto di vista della morte significa percorrere il cammino di maturità con coscienza e sapendo costantemente chi siamo e cosa facciamo. La nostra cultura, basata sulla superficialità e sul criterio del consumo, ci ha formati alla paura della morte e quindi alla sua banalità. La morte viene rimandata sempre a domani, anche quando ne sperimentiamo l’improvvisa presenza quasi quotidianamente.
Oggi giorno della memoria dei defunti e delle defunte di tutti i tempi, vogliamo guardare in faccia la mor-te con simpatia e amicizia, invitandola alla mensa della nostra vita perché accetti di essere nostra compagna e sorella. Lo facciamo guardando al sepolcro vuoto del Signore che è risorto da morte per la potenza del Padre con la forza dello Spirito. Per noi credenti, morire è «vedere il Signore come egli è».
Paolo Farinella, prete