Nel disegno d’amore che si rivela lungo l’intera storia della salvezza, la liturgia di questa domenica presenta la figura di Davide. Centrale è il riconoscimento dell’iniziativa di Dio che sempre suscita e accompagna la storia del suo popolo: “Ti farò conoscere quello che dovrai fare e ungerai per me colui che ti dirò”.
“La tua mano, Signore, sostiene il tuo eletto”: è la certezza che anima la nostra preghiera e di spinge a rinnovare la nostra fede in Cristo, vero discendente di Davide, che realizza le promesse di Dio. Ne deriva per il credente l’impegno ad una testimonianza vera, entusiasta e grata: “Se moriamo con lui, con lui anche vivremo, se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso”.
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Lettura: 1Samuele 16,1-13: Nonostante il peccato dell’uomo, Dio compie la salvezza. Si è piegato ad accogliere la richiesta del popolo di avere un re, ma Saul si è mostrato indegno della chiamata. Dio comunque non torna indietro, sceglie Davide, un re secondo il suo cuore.
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Salmo 88: La tua mano, Signore, sostiene il tuo eletto.
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Epistola 2Timoteo 2,8-13: Gesù è discendente di Davide. In lui si compie la promessa fatta a Davide tramite Natan: susciterò un discendente dopo di te e renderò stabile il tuo regno. In lui c’è la salvezza e la gloria eterna, a condizione di condividere la sua parola.
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Vangelo Matteo 22,41-46: Dio compie le sue promesse oltrepassando la speranza stessa del suo popolo. Il Figlio di Davide, atteso e invocato da Israele, finalmente viene, ma in modo sorprendente. Non è solo il figlio di Davide, ma il suo Signore, perché Figlio del Dio altissimo.