Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 25 maggio 2013

813 - DOMENICA DELLA SANTA TRINITA'

Il brano di Giovanni 14,21-26 riporta alcune promesse fatte da Gesù ai suoi, nel Cenacolo, prima di consegnarsi volontariamente alla morte. Al v. 21 promette, a chi lo ama, ossia a chi accoglie e osserva i suoi comandamenti, di essere, a sua volta, amato da Dio, il Padre, e da lui stesso, da Gesù che si rivelerà nella sua più piena identità di Figlio. A Giuda, quello di Giacomo, che gli chiede perché non intende manifestarsi al mondo (v. 22), egli risponde ritornando sulla necessità di osservare la sua parola per essere amati dal Padre e godere della simultanea presenza del Padre e del Figlio (v. 23). Al contrario, chi non ama Gesù, non è in grado di mettere in pratica la parola che egli trasmette e che è del Padre (v. 24). I vv. 25-26, infine, riportano la promessa dell’invio dello Spirito Santo da parte del Padre sui discepoli una volta che Gesù, compiuta la sua pasqua, ritorna a Dio da cui è venuto. Il compito dello Spirito sarà quello di insegnare ossia di interiorizzare nell’animo dei credenti la parola del Signore e di farla rivivere nella comunità dei credenti.
Il Tempo “dopo Pentecoste” che accompagna il cammino della Chiesa fino alla ripresa di un nuovo anno liturgico, è destinato a far comprendere alla Chiesa come nello Spirito, effuso quale dono supremo della Pasqua, le è dato accedere alla persona del suo Signore e Salvatore Crocifisso e Risorto e, quindi, alla salvezza.
Una salvezza, quella offerta e data in Cristo, che procede da un disegno per noi inaccessibile, ideato nel seno della Trinità d’amore e che consiste nella redenzione del mondo dal suo terribile naufragio dovuto al peccato e dal conseguente suo assoggettamento al potere delle tenebre. Di questo disegno è venuto a parlarci lo stesso Verbo di Dio divenuto uno di noi nel seno di Maria, nato come uomo a Betlemme e che ha realizzato quel disegno morendo per i nostri peccati e risorgendo dai morti per aprire anche a noi la via verso la Vita, quella stessa di Dio!
In questa domenica, pertanto, le Scritture che ci permettono di udire la Parola vivente di Dio, guidano i nostri animi a penetrare nell’insondabile mistero della Vita divina che si rivelò, per la prima volta ad Abramo, nei tre misteriosi personaggi che si presentano alla sua tenda «nell’ora più calda del giorno» (Lettura: Genesi 18,1) e ai quali, per impulso divino, si rivolge come ad una sola persona: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo» (v. 3). Cosa, questa, riscontrabile anche nella promessa dei tre uomini fatta, però, in prima persona: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio» (v. 10).
Toccherà però al Verbo di Dio divenuto uomo portarci la pienezza della rivelazione: parlandoci di Dio come del Padre e dicendo di essere il suo Unico Figlio che è stato mandato nel mondo perché gli uomini che crederanno in lui diventino a loro volta figli!
È ciò che Gesù afferma a proposito di colui che, avendo accolto la sua Parola, la osserva, ossia la vive come segno concreto del suo amore per lui. Questi «sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Vangelo: Giovanni 14,21) ovvero, con parole ancora più esplicite: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (v. 23).
L’incredibile esperienza che il Signore prospetta a quanti lo amano è dunque quella di sperimentare, fin da ora, la comunione di vita con il Padre e il Figlio e, dunque, con la “vita divina”. Chi può comprendere tutte queste cose umanamente impensabili e di per sé inaccessibili alla nostra mente?
Del resto l’Apostolo avverte che non siamo in grado nemmeno di dire: «Gesù è Signore!» (Epistola: 1 Corinzi 12,3), ossia di avere nel cuore e, dunque, sulle labbra la professione di fede in Gesù, «se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (v. 3) ovvero se non viene raggiunti da un’illuminazione dall’Alto.
Sarà perciò l’irrompere dello Spirito Santo che il Padre manda come guida, consolatore e difensore dei credenti a “insegnare” le cose grandi che ci riguardano e che Gesù, in persona, ci ha rivelato (cfr. Giovanni 14,26). È lo Spirito Santo, perciò, a guidarci nell’adesione di fede e di amore a Gesù e dunque a immetterci nella comunione con la Vita divina, la vita delle Tre Divine Persone, un solo Dio!
È ciò che ci fa autorevolmente dire l’orazione All’Inizio dell’assemblea Liturgica: «Dio Padre, che mandando agli uomini la Parola di Verità e lo Spirito di santificazione ci hai rivelato il tuo mistero mirabile, donaci di confessare la vera fede e di riconoscere la gloria della trinità eterna, adorando l’unità nella maestà divina».
A.Fusi