Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

mercoledì 16 settembre 2009

103 - L’ATTIVITA’ DI PADRE PIAMARTA



Fin dai primi anni del suo ministero sacerdotale Padre Piamarta ha attirato l'attenzione per la sua vita di preghiera, per il suo amore ai poveri e ai sofferenti, per la dedizione incondizionata al suo ministero sacerdotale. Quando il suo lavoro si fece intensissimo, a chi gli domandava come potesse resistere a tanta fatica e a tante preoccupazioni, rispondeva candidamente: «Se io non facessi due tre ore di orazione ogni mattina, non potrei portare il peso che il buon Dio mi ha imposto». La sua è stata chiamata una «santità sociale», per l’attenzione intelligente e creativa ai bisogni della gioventù posta di fronte alle sfide della nuova società, una santità permeata da una «mistica del servizio», da una incondizionata dedizione ad una attività logorante, che gli procurava «triboli e spine» di ogni genere. La sua tenacia, unita alla profonda spiritualità, ha mostrato come l'amore di Dio possa alimentare un serio e costante amore per l’uomo, come il «divinum» sostenga e alimenti anche l’«humanum», come la «Pietas» sia il fondamento del «Labor». I suoi giovani non avevano dubbio che il loro «Padre» fosse un santo: lo sentivano vicino a loro anche quando esigeva l'adempimento dei loro doveri. Lo sentivano un padre, anche perché stava il più possibile con loro. Nella celebrazione della Santa Messa «si trasfigurava»: è una testimonianza frequentissima. La sua predicazione era semplice, diretta, convincente, capace di toccare il cuore, frutto di intensa e orante meditazione.

A chi gli faceva notare i grandi risultati della sua opera, rispondeva d'essere solo di ostacolo all’azione della Provvidenza. E alla Provvidenza si è sempre affidato con incrollabile fiducia: lui povero e senza appoggi ha potuto realizzare grandi opere, grazie all'abbandono alla Provvidenza.

Alla quale ha sempre chiesto molto e dalla quale ha ricevuto tutto. Tutto per i suoi giovani. Per questo ha lasciato in eredità ai suoi continuatori la raccomandazione vivissima di coltivare al massimo grado la virtù della gratitudine verso la Provvidenza e verso i benefattori, che ne sono gli strumenti. Si sentiva molto vicino allo spirito di S. Paolo, ch’egli citava continuamente e del quale voleva riprodurre l'amore per Cristo e lo zelo apostolico.

È stato un ardente sostenitore della devozione al Sacro Cuore e un «innamorato della Vergine Maria», specie della Immacolata Concezione. Padre Piamarta fu sempre considerato un grande e illuminato apostolo della gioventù.

Egli comprende che la sua missione consisteva nel prendersi cura dei giovani, del mondo del lavoro e della famiglia: sono i tre pilastri della sua prodigiosa attività. Per i giovani egli ha sempre lavorato con tutte le sue energie, prima negli oratori, poi nei suoi istituti, dove ha portato avanti il suo stile educativo, teso a farne dei «bravi artisti, dei buoni cittadini, degli ottimi cristiani».

Per il mondo del lavoro egli si adopera non solo per fare del lavoro non uno strumento di autopromozione, ma soprattutto per farlo diventare un mezzo educativo, per sviluppare le potenzialità del giovane e per dargli il senso della sua dignità, grazie alle possibilità di partecipare allo sviluppo della società.
Per la famiglia Padre Piamarta manifesta più volte la convinzione della sua centralità per la vita del singolo e per la società: «Quando la vita del povero — scrive — sarà riformata per mezzo della educazione cristiana dell’artigiano e dell'agricoltore, allora la società sarà ricostruita e risanata in massima parte». L'educazione alla famiglia ha un posto di rilievo nella sua attività.

Insistente è il suo richiamo al modello della Santa Famiglia di Nazareth: la quale è una famiglia dove si lavora, dove il Figlio di Dio è cresciuto lavorando manualmente, dove il lavoro ha assunto la massima dignità. Così la Santa Famiglia è diventata il nucleo centrale del suo cuore di apostolo. Di lui il Vescovo di Cremona Monsignor Bonomelli, che era stato suo professore, ebbe a dire: «quanti prodigi di carità, di prudenza, di destrezza, di zelo, veramente cristiano, ci ha mostrato nel corso di mezzo secolo di vita generosissima. Egli è il sacerdote che richiedono i tempi nuovi: non curante di sé, solo attento al bene altrui senza distinzione».