Il Calendario liturgico della nostra Chiesa ambrosiana la fa celebrare nella sua data tradizionale, vale a dire il giovedì successivo alla prima domenica dopo Pentecoste. L’odierna solennità intende celebrare il mistero della perdurante “presenza vera, reale e sostanziale” del Signore Gesù nei segni del pane e del vino dell’Eucaristia. Una “presenza” da recare anzitutto ai malati, ai morenti come indispensabile viatico nel cammino ultimo verso il Cielo. Una “presenza” che nell’adorazione comunitaria e del singolo vuole aprire il cuore dei fedeli alle meraviglie e al tesoro inesauribile di grazia racchiusa nella santa Messa, “memoriale della Passione” del Signore, “sacrificio di salvezza”, “convito di grazia”.
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Il lezionario ambrosiano propone le seguenti lezioni scritturistiche:
Lettura: Genesi 14,18-20. Riporta l’incontro di Abramo con Melchìsedek, re di Salem che gli andò incontro offrendogli “pane e vino” e che la tradizione della Chiesa antica interpretò come annunzio e figura dell’Eucaristia.
L’Epistola: 1Corinzi 11,23-26 tramanda alle generazioni cristiane ciò che il Signore fece e comandò di fare “in sua memoria” nella cena “nella notte in cui veniva tradito”.
Il Vangelo è preso da Luca 9,11b-17 che riporta la prodigiosa moltiplicazione “dei cinque pani e due pesci” con i quali vengono saziati, con sovrabbondanza “circa cinquemila uomini”.