Nella vicenda di Caino e Abele è presentata l’esperienza del peccato che accompagna la vita dell’uomo quando si lascia vincere dal proprio egoismo e dal proprio orgoglio. Chiaro, invece, l’insegnamento di Gesù: “Va’ prima a riconciliarti con tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono”. La liturgia di questa quarta domenica dopo Pentecoste è invito a rinnovare la nostra adesione di fede a Cristo e alla sua Parola: “La fede è fondamento di ciò che si spera”. Mediante la fede siamo chiamati a superare una semplice accoglienza formale dei comandamenti, per camminare in novità di vita nel “desiderio ardente del bene”.
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Lettura: Genesi 4,1-16: Caino fa della differenza dal fratello lo spazio della gelosia e dell’invidia, anziché dell’incontro e della comunione. L’invidia acceca l’occhio, rendendolo incapace di riconoscere e di gioire per il modo personale e diverso con cui Dio ama ogni suo figlio.
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Salmo 49: Sacrificio gradito al Signore è l’amore per il fratello.
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Epistola: Ebrei 11,1-6: La Lettera agli Ebrei cerca una giustificazione al perché Dio gradisca il sacrificio di Abele e non quello di Caino. La nostra relazione con Dio dipende non da ciò che noi facciamo per lui, ma dal vivere in un vero affidamento al suo amore.
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Vangelo: Matteo 5,21-24: Si può uccidere il fratello non solo con la violenza fisica, come fa Caino, ma con l’atteggiamento del cuore che, anche con parole d’ira o il rifiuto di riconciliarsi, manifesta il desiderio che l’altro non ci sia o che io non abbia nulla a che fare con lui.