Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 6 dicembre 2014

1001 - QUARTA DOMENICA DI AVVENTO

Stupisce trovarsi davanti a questo brano di Vangelo (Marco 11,1-11) quando, ormai, non manca molto al Natale: sembrerebbe, infatti, più un Vangelo pasquale che natalizio. In realtà il modo cristiano per vivere il Natale di Gesù è quello di leggerlo in chiave pasquale.
Pensando a Gesù che è nato per essere il Redentore, il brano evangelico di oggi ci suggerisce tre atteggiamenti importanti per il nostro cammino di Avvento.
Il primo: sciogliere l’asino. L’asinello è legato: davanti a lui sta solo il muro della stalla; su di lui non era mai salito nessuno e non era ancora stato usato per nessun lavoro. Questo asinello ci dice che dobbiamo andare, liberi e puri, verso Gesù. Come questo asino è di Gesù e di nessun altro, così proprio lui è nato a Betlemme da una Madre vergine e verrà deposto in una tomba nuova, mai usata. La purezza di un cuore che fa spazio a Gesù è la condizione per vivere il Natale. Anzi, non basta: bisogna avere anche il cuore libero. Noi siamo quell’asino perché vogliamo essere amici di Gesù e perché siamo “sciolti” per poter andare dovunque egli ci conduce. Il prossimo Natale è solo l’inizio della nostra storia con Gesù; mettiamo il nostro destino nelle sue mani.
Il secondo: stendere il mantello. Il mantello rappresenta la nostra umanità. Ogni epoca ha il suo modo per vivere il Natale secondo le priorità che il momento richiede. Oggi quali sono le priorità per la fede? Il mantello gettato ai piedi di Gesù ci dice che il Verbo di Dio si è fatto carne, diventando Gesù, e Gesù ha come mantello la nostra, ormai anche sua, umanità. Ecco un punto decisivo per il nostro cristianesimo: il mondo non ha più una chiara, bella e condivisa risposta alla domanda essenziale su chi è l’uomo. Gesù risponde con il suo mantello, cioè con la sua umanità. La risposta è chiara, bella e piena di speranza: l’uomo è talmente amato da Dio che Dio stesso ha voluto essere uomo anche lui. La superbia di essere dei semi-dei per i quali tutto è possibile ci butta fuori strada. L’umile mantello di Gesù ci eleva fino a Dio. Il Natale è la riscoperta della grandezza dell’uomo; il cristiano, “esperto in umanità”, annuncia che Gesù cura tutte le bruttezze che deturpano il corpo degli uomini.
Il terzo: guardare attorno. Gesù entra nel tempio e «guarda ogni cosa». I discepoli devono essere stati molto colpiti dallo sguardo di Gesù perché spesso nei Vangeli si parla del suo sguardo. Anche noi guardiamo a Gesù: siamo in attesa del suo Avvento. Ma come è possibile guardare a Gesù? Ci possono essere due modi: il primo è sapere che Gesù “ci guarda” prima che noi lo vediamo, il secondo è “guardarci attorno”, cioè vedere il mondo attorno a noi. Sapere che Gesù “mi guarda” è il cuore della preghiera cristiana; io posso pregare solo perché Gesù sta già pregando, nello Spirito, con me. Trovo Gesù a Betlemme perché lui ha già trovato me a casa mia. E poi, guardato da Gesù, imparo da lui ad avere uno sguardo come il suo, pieno di misericordia verso le mie sorelle e i miei fratelli.
don Luigi Galli