Parrocchia S. Gerolamo Emiliani di Milano - Blog

Il Blog "Insieme per..." vuole proporre spunti di riflessione e di condivisione per costruire insieme e fare crescere la comunità della parrocchia di San Gerolamo Emiliani di Milano, contribuendo alla diffusione del messaggio evangelico.

sabato 29 maggio 2010

322 - DIO E' COMUNIONE

Il canto Alla Comunione, proposto per l’odierna solennità nel Messale ambrosiano, ci fa così pregare mentre ci accostiamo all’altare per ricevere il Corpo del Signore: «O Trinità beata, a te cantiamo, alla tua maestà ci prostriamo adoranti, in te fermamente crediamo: accresci la nostra fede».

La preghiera liturgica pare voglia dirci che nell’esperienza eucaristica, vale a dire nel contatto sacramentale con il Signore, è possibile risalire al mistero stesso di Dio, della sua vita divina, che Gesù è venuto a rivelarci e a donarci realizzando, in tal modo, i divini progetti che riguardano tutti gli uomini chiamati a credere in lui e ad accogliere la sua parola mediante lo Spirito.

Ed è proprio lo Spirito, quello che il Padre non cessa di mandare “nel nome” di Gesù (Giovanni 14,26) nella celebrazione dei sacramenti che attivano la sua Pasqua, a rendere possibile e perseverante in noi l’adesione di fede e di amore in lui. È, infatti, “nello” Spirito e grazie allo Spirito che ancora oggi e fino alla consumazione dei tempi, le generazioni dei credenti possono dire in tutta verità: «Gesù è il Signore» (Epistola: 1Corinzi 12,3), riconoscendo così che lui è il Figlio venuto nel mondo, è il Crocifisso, il Risorto dai morti, colui che siede alla destra di Dio e al quale è stato dato ogni potere in cielo e in terra.

È lo Spirito, dunque, a rendere viva per noi la Parola proclamata, ascoltata e letta nelle Sacre Scritture e ad orientare così i nostri cuori a credere in Gesù quale rivelatore unico e definitivo e a comprendere che essa, la rivelazione da lui portata nel mondo, ha come sua origine e fine l’amore di Dio per noi. Questo è ciò che grazie allo Spirito “ricordiamo” (v 26) e comprendiamo accogliendo oggi la Parola e guardando ai gesti altrettanto “rivelativi” compiuti da Gesù segnatamente nella sua morte e risurrezione. Con le sue parole e le sue opere egli ci ha rivelato che Dio è amore, amore per noi reso visibile, appunto, nel dono della vita fatto da Gesù per noi.

Lo Spirito Paràclito che abita in noi ci dona di capire che il gesto d’amore di Gesù, inteso come rivelazione suprema di Dio e del suo amore per noi, sollecita tutti coloro che credono a diventare a loro volta capaci di donarsi nell’amore, prova concreta, questa, di aver “accolto” e “osservato” i suoi “comandamenti”, tutti riassunti, come ben sappiamo, nel precetto della carità (v 21). L’”accoglienza” e l’”osservanza”, segno autentico dell’amore per Gesù, facilita la più profonda “conoscenza” di lui. “Conoscenza” che, in realtà, si fa “esperienza” dell’amore di Gesù e del Padre.

Ha così origine una misteriosa ma reale circolazione d’amore: il Padre che ama il Figlio, ama tutti coloro che “amano” il Figlio e li lega a sé e al Figlio in un vincolo permanente d’amore reso nel testo evangelico dall’immagine della “dimora” (v 23). Chi “osserva” la parola di Gesù, di fatto, diviene “casa” di Dio, luogo dove lui continua a manifestarsi e a rivelarsi.

È l’esperienza profeticamente annunciata nella Scrittura nei fatti accaduti presso le “Querce di Mamre” (Lettura: Genesi 18,1-5), allorché Abramo accolse Dio, nei tre misteriosi viandanti, onorandoli con squisita ospitalità, da essi accolta e ricambiata con l’annuncio della nascita del “figlio” (v 10), destinata a imprimere una svolta decisiva nella storia della salvezza.

È l’esperienza che la comunità dei credenti, di quelli cioè che amano Gesù osservando il suo precetto, fa sommamente nella celebrazione eucaristica, nella quale lo Spirito fa ardere la fiamma viva d’amore che unisce il Padre e il Figlio, fiamma che avvolge quanti ne accolgono la “luce” e il “calore”!

(A.Fusi)