“Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”: è la promessa del Signore che illumina la liturgia di questa domenica. Il segno della risurrezione di Lazzaro è annuncio della Pasqua di Gesù e della sua salvezza: “Cristo è la grazia, Cristo è la vita, Cristo è la risurrezione”.
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Lettura: Deuteronomio 6,4a; 26,5-11: La liturgia della parola ci fa oggi contemplare i molteplici modi con cui Dio rivela il suo volto. Innanzitutto si manifesta nella storia. La professione di fede di Israele si esprime come memoria di quanto Dio ha già operato nella sua vicenda storica.
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Salmo 104: Lodate il Signore, invocate il suo nome.
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Epistola: Romani 1,18-23a: oltre che nella storia, Dio si rivela nel creato, attraverso il quale l’uomo può giungere a conoscere la sua sapienza. Può farlo se ha l’umiltà di riconoscersi creatura dipendente dal dono di Dio, vincendo la tentazione idolatrica di mettersi al suo posto.
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Giovanni 11,1-53: l’opera in cui Dio maggiormente si rivela è donare la vita. Dio è potenza di risurrezione, più forte del peccato e della morte che sfigurano la storia e il creato. Il cammino battesimale ci fa già gustare la vita nuova che sgorga dalla Pasqua di Gesù.